Nel 1936 il gerarca fascista Barbagli (Corrado Guzzanti) propone di conquistare il pianeta rosso. Tre anni dopo riesce nella sua impresa, insieme ad altre tre camicie nere, ma l'operazione è più complicata di quanto non sembri: l'aria è difficilmente respirabile, manca l'acqua, scoprono di avere un clandestino (Andrea Salerno) a bordo, il cibo scarseggia, arrivano gli alieni e presto Barbagli dovrà fare i conti con l'ammutinamento. Il film sviluppa uno sketch di Corrado Guzzanti del programma Il caso Scafroglia ed è costruito richiamando lo stile dei cinegiornali dell'Istituto Luce, con una voce di commento enfatizzata che accompagna l'intera opera, mentre i dialoghi tra i personaggi vengono affidati quasi esclusivamente ai cartelli e la recitazione, dai movimenti decisi e marcati degli attori, rimanda ai film muti. Sono presenti molte citazioni che si allargano sia a livello musicale, con parodie di inni fascisti, sia cinematografico, con omaggi a, tra gli altri, 2001: Odissea nello Spazio (1968) e Il grande dittatore (1940). Con questo lavoro, Guzzanti vorrebbe lanciare stoccate al governo Berlusconi, ma divaga nel corso della visione, mentre concentra tutto in un discorso retorico nel finale, perdendo l'occasione di costruire qualcosa di più armonico e incisivo. Gli effetti speciali inseriti per i movimenti nello spazio stonano con il resto del lavoro e la scelta di mantenere a lungo il viraggio delle immagini sull'ocra stanca molto presto. Il problema è che il film, pur con dei buoni spunti che funzionano nell'ambito televisivo, non ingrana mai la marcia e resta sempre in folle: il voice over alla lunga annoia e rallenta il già poco cadenzato ritmo, mentre la musica riempie eccessivamente e appiattisce l'insieme, dando vita a un'opera ripetitiva e ben poco cinematografica.