Faust
Faust
2011
Paese
Russia
Genere
Drammatico
Durata
139 min.
Formato
Colore
Regista
Alexandr Sokurov
Attori
Johannes Zeiler
Anton Adasinsky
Isolda Dychauk
Georg Friedrich
Hanna Schygulla
Antje Lewald
Florian Brueckner
Sigurdur Skùlasson
Maxim Mehmet
Eva-Maria Kurz
Cacciato dal padre, l'integerrimo dottor Faust (Johannes Zeiler) si trova costretto a chiedere soldi in prestito a un ambiguo individuo, un usuraio che si rivelerà essere Mefistofele (Anton Adasinsky). L'incontro con il demonio porta sulla via della perdizione il medico, mosso da una brama di conoscenza e dal desiderio per la giovane Margarete (Isolda Dychauk). Faust sarà così portato a vendere la sua anima al diavolo, ma dovrà far fronte al tragico evolversi degli eventi.

Ultima parte della tetralogia di Sokurov dedicata alla natura del potere. Dopo Hitler (Moloch del 1999), Lenin (Taurus del 2000) e Hirohito (Il sole del 2005), il regista russo sceglie un personaggio letterario per proseguire la sua indagine sull'animo umano alle prese con gli ostacoli che la realtà (quotidiana e storica) impone all'esercizio dell'autorità e ai desideri personali. In questo caso, Faust incarna la volontà di controllo dell'intelletto attraverso una smania di conoscenza che appare implacabile, come dimostra il vagare senza sosta del protagonista (seguito da una mobilissima macchina da presa), ma che deve fare i conti con i limiti della natura umana (di cui vengono accentuati i tratti più brutali e animaleschi) e con un'infelicità che appare conseguenza ineludibile di ciascun processo di apprendimento, in quanto presa di coscienza della finitezza dell'essere umano, in barba alle sue più smisurate ambizioni. Girato in quattro terzi e dominato da un'atmosfera decadente e funerea (anche grazie alla strepitosa fotografia di Bruno Delbonnel che sfrutta principalmente tonalità cromatiche tra il verde scuro e il grigio), il film di Sokurov è complesso e spiazzante, parlatissimo ma al contempo ammaliante per come sa costruire immaginari straordinariamente evocativi e abili nel rivelare la laboriosità di un percorso esistenziale stimolante e al contempo disturbante, claustrofobico e logorante, scandito da fascinazione e disgusto per un creato di cui non si riescono a cogliere tutte le molteplici sfaccettature. La tragedia di Faust è dunque quella di un uomo che ambisce all'onniscienza, ma non può prescindere dalla sua umanità, dai suoi bisogni e dai sentimenti che lo mantengono vivo e al contempo lo condannano a essere eternamente insoddisfatto. Opera magniloquente, di non sempre facilissima intelligibilità, ma sbalorditiva e decisamente appagante. Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2011.
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