Nulla sembra andare per il verso giusto nella vita di Leocadia Macias (Marisa Paredes) che, sotto lo pseudonimo di Amanda Gris, scrive romanzetti rosa di successo nella Spagna degli anni ‘90, sopportando cocenti delusioni sentimentali e professionali. Cucendo addosso a Marisa Paredes un personaggio di particolare valenza simbolica, Pedro Almodóvar inizia con questo film a dimostrare un'inedita maturità artistica che sboccerà definitivamente nei suoi grandi successi a venire. Ispirato, malinconico ed emotivamente intrigante, Il fiore del mio segreto vive di coincidenze, agnizioni e rivelazioni che ne fanno un film fortemente comunicativo e autobiografico. Lo dimostra il cammino di purificazione di Leo, che dall'affollata Madrid ritorna alle sue origini nella silente desolazione della Mancia (non a caso anche terra natìa del regista), e la professione di scrittrice della protagonista, attraverso la quale Almodóvar riesce a parlare anche del proprio lavoro. Mostrando, in fin dei conti, come la narrazione sia un bisogno e non una decisione imposta da altri. Uno dei più bei ritratti femminili di tutta la filmografia del regista spagnolo, che vive nel respiro intimo proprio solo dei grandi melò dell'epoca d'oro. «La pellicola, più che di solitudine, parla di quel processo doloroso attraverso il quale un individuo si trasforma nel padrone della propria solitudine; di quell'incertezza della rottura che ti può far impazzire. Perché la fine di un sentimento è dolorosa quanto la perdita di una persona cara» (Pedro Almodóvar).