Il fischio al naso
1967
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Grottesco
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Ugo Tognazzi
Attori
Ugo Tognazzi
Franca Bettoia
Gigi Ballista
Gildo Tognazzi
Marco Ferreri
Tina Louise
Olga Villi
Alicia Brandet
L'industriale Giuseppe Inzerna (Ugo Tognazzi) soffre di un fastidioso fischio al naso, che complica la sua vita matrimoniale e lavorativa. Entrato in una clinica per un controllo di routine, verrà convinto dai dottori ad approfondire il suo stato di salute, iniziando un'agonia che lo porterà inspiegabilmente ad aggravarsi.
Dopo Il mantenuto (1961), Ugo Tognazzi torna alla regia mettendo in scena Sette piani, racconto di Dino Buzzati contenuto nella raccolta I sette messaggeri. Evidente il rimando a Marco Ferreri (non a caso, la sceneggiatura è firmata da Rafael Azcona con lo stesso Tognazzi, Alfredo Pigna, Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi) nel delineare una società al collasso, preda di derive consumistiche («Consumare e distruggere, consumare e distruggere!», è il motto del protagonista) che coinvolgono in primis la struttura sanitaria, immolata non più alla rigenerazione ma all'annientamento. Efficace nel definire, tramite ardite simbologie (la salita di Inzerna dal primo al settimo piano, metafora di una dipartita tanto temuta quanto inevitabile), la definitiva disumanizzazione contemporanea, esaltata da un gusto dell'assurdo e del paradosso che accentua per contrasto lo straniamento, il film soffre di un'eccessiva destrutturazione narrativa, che ne mina alle basi la coerenza: in ogni caso, una prova sentita e coraggiosa nel tratteggiare temi scomodi e drammaticamente attuali. Franca Bettoia è Giovanna, Gigi Ballista è il dottor Claretta, Gildo Tognazzi (vero padre di Ugo), è Gerolamo Inzerna. Notevole fotografia color pastello di Enzo Serafin, strepitosa colonna sonora di Teo Usuelli, con la hit La conta delle Pecore Nere a fare da traino.
Dopo Il mantenuto (1961), Ugo Tognazzi torna alla regia mettendo in scena Sette piani, racconto di Dino Buzzati contenuto nella raccolta I sette messaggeri. Evidente il rimando a Marco Ferreri (non a caso, la sceneggiatura è firmata da Rafael Azcona con lo stesso Tognazzi, Alfredo Pigna, Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi) nel delineare una società al collasso, preda di derive consumistiche («Consumare e distruggere, consumare e distruggere!», è il motto del protagonista) che coinvolgono in primis la struttura sanitaria, immolata non più alla rigenerazione ma all'annientamento. Efficace nel definire, tramite ardite simbologie (la salita di Inzerna dal primo al settimo piano, metafora di una dipartita tanto temuta quanto inevitabile), la definitiva disumanizzazione contemporanea, esaltata da un gusto dell'assurdo e del paradosso che accentua per contrasto lo straniamento, il film soffre di un'eccessiva destrutturazione narrativa, che ne mina alle basi la coerenza: in ogni caso, una prova sentita e coraggiosa nel tratteggiare temi scomodi e drammaticamente attuali. Franca Bettoia è Giovanna, Gigi Ballista è il dottor Claretta, Gildo Tognazzi (vero padre di Ugo), è Gerolamo Inzerna. Notevole fotografia color pastello di Enzo Serafin, strepitosa colonna sonora di Teo Usuelli, con la hit La conta delle Pecore Nere a fare da traino.
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