Il fiume
He liu
1997
Paese
Taiwan
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Tsai Ming-liang
Attori
Miao Tien
Lee Kang-sheng
Lu Yi-Ching
Ann Hui
Dopo essersi immerso in un fiume inquinato per girare la scena di un film, il giovane Hsiao-kang (Lee Kang-sheng) comincia ad accusare dolori al collo sempre più forti contro cui ogni rimedio si rivela inutile. Nel frattempo la sua famiglia è completamente allo sbando: mentre il padre (Miao Tien) trascorre il suo tempo in saune per incontri omosessuali, la madre (Lu Yi-Ching) conduce una relazione illecita con uno squallido venditore di videocassette pornografiche.
A tre anni di distanza dalla vittoria di Vive l'amour (1994) alla Mostra di Venezia 1994, Tsai Ming-liang torna a raccontare la solitudine e l'incomunicabilità nella moderna Taipei attraverso la cupa radiografia di una famiglia disfunzionale. Opera oscura e dolorosa, improntata a un asciutto realismo nonostante l'impianto fortemente metaforico, la terza pellicola del regista malese fa esplodere su un piano tutto fisico ed esteriore quanto nei titoli precedenti restava confinato a un livello intimo e silenzioso. Se il lancinante dolore al collo che affligge Hsiao-kang altro non è che la somatizzazione di un profondo disagio relazionale, intervenire sui sintomi del male senza ricercarne le cause può essere un errore fatale: lo capisce la madre di Hsiao-kang che, con la semplice chiusura di un rubinetto, riesce a salvare l'appartamento da quelle perdite d'acqua che rappresentano il lento disfacimento familiare; e lo capiscono (casualmente) Hsiao-kang e il padre che, dopo un incestuoso rapporto sessuale, si riscoprono nudi ed egualmente partecipi della stessa tragica solitudine. Il risultato è una pellicola forte, dotata di sequenze di alto cinema, ma anche intaccata da tanti momenti di stanca e da una parte centrale che si poteva leggermente scorciare. Orso d'argento al Festival di Berlino 1997.
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