Il fiume rosso
Red River
1948
Paese
Usa
Genere
Western
Durata
133 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Howard Hawks
Attori
John Wayne
Montgomery Clift
Joanne Dru
Walter Brennan
Coleen Gray
Harry Carey
John Ireland
Hank Worden
Texas. Dopo aver lavorato 15 anni per raggruppare una mandria di 9.000 bovini, l'allevatore Thomas Dunson (John Wayne), insieme al figlio adottivo Garth (Montgomery Clift) e ad altri cowboy, parte per un lungo viaggio: l'obiettivo è traghettare la mandria oltre il “fiume rosso” e raggiungere il Missouri, così da vendere il bestiame a un prezzo conveniente. Durante il viaggio, però, l'atteggiamento tirannico di Dunson porta Garth a sfidarlo apertamente.
Al suo primo, vero, western, Howard Hawks realizza un'opera grandiosa che appartiene al firmamento dei più importanti classici del genere. Caratterizzato da un ritmo pachidermico – che rispecchia la lentezza e la fatica negli spostamenti dell'enorme mandria – ma mai noioso, il film si esalta nella descrizione dello scontro psicologico tra i personaggi di John Wayne e Montgomey Clift (che ebbero più di un diverbio, di natura politica, anche sul set): grazie al superbo rigore formale e all'ottima sceneggiatura di Borden Chase e Charles Schnee, la pellicola riesce a toccare corde profonde, dal concetto di lealtà e di senso del dovere fino alla difficoltà del rapporto tra padre e figlio. Per la prima volta, inoltre, nella filmografia di Hawks, la donna non è causa della rottura del rapporto tra i due uomini, ma è bensì fautrice del loro ricongiungimento in extremis. Per quanto riguarda i riferimenti omosessuali più o meno criptati nel rapporto tra i due protagonisti, che i critici dei Cahiers du Cinéma (negli anni Cinquanta) inserirono nella loro opera di revisione delle pellicole hollywoodiane classiche, si trattò più che altro di un abbaglio, figlio più della volontà di cogliere riferimenti nascosti che della loro effettiva scoperta. Di amorevole cameratismo, con tanto di tradimenti e gelosie collaterali nel rapporto d'amicizia tra maschi, la filmografia di Hawks ne è piena sin dagli anni '20. Immortale, e destinata a essere citata e riproposta in decine di altri western posteriori, la scena dell'attraversamento del fiume da parte della mandria. Fotografia di Russell Harlan, musiche di Dimitri Tiomkin. Due nomination all'Oscar (sceneggiatura e montaggio).
Al suo primo, vero, western, Howard Hawks realizza un'opera grandiosa che appartiene al firmamento dei più importanti classici del genere. Caratterizzato da un ritmo pachidermico – che rispecchia la lentezza e la fatica negli spostamenti dell'enorme mandria – ma mai noioso, il film si esalta nella descrizione dello scontro psicologico tra i personaggi di John Wayne e Montgomey Clift (che ebbero più di un diverbio, di natura politica, anche sul set): grazie al superbo rigore formale e all'ottima sceneggiatura di Borden Chase e Charles Schnee, la pellicola riesce a toccare corde profonde, dal concetto di lealtà e di senso del dovere fino alla difficoltà del rapporto tra padre e figlio. Per la prima volta, inoltre, nella filmografia di Hawks, la donna non è causa della rottura del rapporto tra i due uomini, ma è bensì fautrice del loro ricongiungimento in extremis. Per quanto riguarda i riferimenti omosessuali più o meno criptati nel rapporto tra i due protagonisti, che i critici dei Cahiers du Cinéma (negli anni Cinquanta) inserirono nella loro opera di revisione delle pellicole hollywoodiane classiche, si trattò più che altro di un abbaglio, figlio più della volontà di cogliere riferimenti nascosti che della loro effettiva scoperta. Di amorevole cameratismo, con tanto di tradimenti e gelosie collaterali nel rapporto d'amicizia tra maschi, la filmografia di Hawks ne è piena sin dagli anni '20. Immortale, e destinata a essere citata e riproposta in decine di altri western posteriori, la scena dell'attraversamento del fiume da parte della mandria. Fotografia di Russell Harlan, musiche di Dimitri Tiomkin. Due nomination all'Oscar (sceneggiatura e montaggio).
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