Ricoverato in manicomio, il barone Frankenstein (Peter Cushing) fa amicizia con un giovane medico (Shane Briant) suo ammiratore, ricoverato proprio per furto di cadaveri: i due insieme ricominceranno a sperimentare, assemblando una malvagia creatura (David Prowse). Ultimo film Hammer sul folle dottore, Frankenstein e il mostro dall'inferno trasferisce l'azione dentro a un manicomio, dove lo scienziato pazzo è libero di agire indisturbato. Sempre più infervorato e delirante, Cushing regala il solito impressionante ritratto del dottore ossessionato dall'idea di sconfiggere la morte, ma il resto della narrazione tende un po' a sfilacciarsi alla ricerca di elementi sempre più scandalosi (stupri, traumi sessuali, strani innesti di corpi). Nonostante il finale aperto, Fisher chiuderà qui la sua carriera registica, mentre Cushing continuerà a recitare in produzioni horror di altalenante qualità: una chiosa comunque dignitosa, anche se non certo eccelsa, per la longeva coppia artistica.