Primi dell'800, Germania. Sotto il giogo napoleonico, due fratelli imbroglioni (i Grimm) si fingono cacciatori di fantasmi e abbindolano i poveri creduloni dei paesini di campagna. L'esercito francese, tuttavia, si accorge della truffa: i due saranno costretti a nascondersi in un bosco dove si troveranno faccia a faccia con un vero evento soprannaturale.

Dopo il fallimentare tentativo di portare sullo schermo Don Chisciotte (raccontato nell'interessante documentario Lost in La Mancha del 2002), Terry Gilliam si dedica a un progetto, almeno ai nastri di partenza, piuttosto simile: cercare di aggiornare, in chiave gotica e surreale, il mondo delle fiabe dei Fratelli Grimm (celebri per riuscire a rimanere in bilico tra favola magnifica e macabri spunti horror) facendo leva sulle evidenti somiglianze tra le atmosfere dei due scrittori e il suo stile di regia. Il risultato, tuttavia, è abbastanza deludente, poiché la riflessione sul valore delle favole (qui beffardamente ridotte allo stato di “frottole” raccontate dai due fratelli ai paesani) finisce presto in un vicolo cieco, dimostrando un'incertezza di sguardo su quanto si vuole raccontare: fatto imperdonabile per un regista come Gilliam. Per quanto riguarda l'apparato visivo, invece, la pellicola svolge il compitino in modo diligente, riuscendo, non senza qualche scivolone stucchevole causato da effetti speciali pacchiani, a creare un'atmosfera da fiaba dark accettabile, tra Tim Burton e Disneyland. Flop al botteghino e bersagliato, forse in modo eccessivo, dai critici di tutto il mondo.