Diviso in quattro parti, questo documentario si propone di analizzare altrettanti bizzarri mondi e situazioni che suscitano domande curiose e stimolanti: come si sceglie il nome di un nascituro? Gli studenti se fossero retribuiti sarebbero più stimolati a imparare? Il mondo del sumo è corrotto? Quali sono le cause del calo di criminalità degli anni Novanta? Tratto dal saggio Freakonomics. Il calcolo dell'incalcolabile, questo progetto è un lavoro bizzarro e mirato a far luce su alcune realtà decisamente curiose e insolite, rispecchiando del tutto il titolo dell'opera (una crasi tra freak, traducibile approssimativamente come stravagante, anomalo, ed economics, scienza economica del sociale). Il team di registi decide di basarsi fedelmente sul libro originale, organizzando il lavoro in capitoli e sfruttando un tono decisamente didascalico. Gli spunti per realizzare un documentario gradevole e privo di finalità autoriali non mancano: a venire meno è l'alchimia tra i diversi autori, che sembrano collidere l'uno con l'altro senza avere delle precise coordinate comuni da seguire (per questo cercano di rifarsi il più possibile al saggio di riferimento). Il risultato dunque è una pellicola troppo frammentata e disunita, priva di una decisa e convincente narrazione filmica, capace di fornire solo qualche piccola nozione significativa, che rischia di assumere più la forma di un curioso aneddoto. Provando a imprimere uno stile leggero e scanzonato, i registi puntano spesso su ironia e umorismo, ma anche questi non bastano a rendere il progetto coeso e coerente come avrebbe dovuto essere.