Frenzy
Frenzy
1972
Paese
Gran Bretagna
Generi
Thriller, Giallo
Durata
116 min.
Formato
Colore
Regista
Alfred Hitchcock
Attori
Jon Finch
Barry Foster
Alec McCowen
Un killer seriale (Barry Foster) terrorizza Londra uccidendo le sue vittime, tutte donne, con una cravatta. La polizia ha un sospetto e incrimina l'ex pilota disoccupato Richard Blaney (Jon Fich), ma l'ipotesi si rivela sbagliata e sarà lo stesso Blaney a trovare il vero colpevole.
Dopo vent'anni, Hitchcock torna a lavorare per una produzione inglese e ritrova la freschezza dei suoi tempi migliori. Frenzy è un thriller ad alta tensione, fluido e ricco di interessanti dettagli psicologi sulle ragioni che spingono il maniaco omicida a uccidere, moderno nella rappresentazione della violenza (elemento tutto sommato insolito nella filmografia hitchcockiana), più esplicito, crudo e spiazzante. Penultimo film del maestro del brivido, è in assoluto il titolo più interessante e riuscito dell'ultima fase della sua carriera: dopo alcuni mezzi passi falsi, evita qualsiasi calo o vuoto di sceneggiatura costruendo un prodotto credibile e segnato da un ottimo ritmo. Vedendolo, si ha la sensazione che sul set Hitchcock abbia “slacciato la cravatta”, divertendosi non poco a realizzarlo. La notevole sequenza iniziale è una divertita autocitazione da Il pensionante (1926), uno dei titoli di maggior successo della produzione inglese del regista. La sceneggiatura è firmata dal grande drammaturgo Anthony Shaffer, adattando il romanzo di Arthur La Bern Goodbye Piccadilly, Farewell Leicester Square e sostituendo Vladimir Nabokov, inizialmente scritturato come sceneggiatore. Hitchcock compare tra gli spettatori di un comizio ed è l'unico che non applaude.
Dopo vent'anni, Hitchcock torna a lavorare per una produzione inglese e ritrova la freschezza dei suoi tempi migliori. Frenzy è un thriller ad alta tensione, fluido e ricco di interessanti dettagli psicologi sulle ragioni che spingono il maniaco omicida a uccidere, moderno nella rappresentazione della violenza (elemento tutto sommato insolito nella filmografia hitchcockiana), più esplicito, crudo e spiazzante. Penultimo film del maestro del brivido, è in assoluto il titolo più interessante e riuscito dell'ultima fase della sua carriera: dopo alcuni mezzi passi falsi, evita qualsiasi calo o vuoto di sceneggiatura costruendo un prodotto credibile e segnato da un ottimo ritmo. Vedendolo, si ha la sensazione che sul set Hitchcock abbia “slacciato la cravatta”, divertendosi non poco a realizzarlo. La notevole sequenza iniziale è una divertita autocitazione da Il pensionante (1926), uno dei titoli di maggior successo della produzione inglese del regista. La sceneggiatura è firmata dal grande drammaturgo Anthony Shaffer, adattando il romanzo di Arthur La Bern Goodbye Piccadilly, Farewell Leicester Square e sostituendo Vladimir Nabokov, inizialmente scritturato come sceneggiatore. Hitchcock compare tra gli spettatori di un comizio ed è l'unico che non applaude.
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