Full Time – Al cento per cento
À plein temps
2021
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
85 min.
Formato
Colore
Regista
Éric Gravel
Attori
Laure Calamy
Lucie Gallo
Cyril Masson
Olivier Faliez
Julie (Laure Calamy) è una giovane donna che deve crescere da sola due figli piccoli nell'estrema periferia parigina. Ogni mattina si sveglia all'alba e dopo avere affidato i bambini a un'anziana vicina, deve affrontare un lungo viaggio da pendolare per raggiungere il suo lavoro come cameriera in un hotel a cinque stelle nel centro della capitale. Proprio quando un colloquio di selezione potrebbe consentirle di rientrare nel settore del marketing dove ricopriva una posizione di responsabilità prima della maternità, una settimana di scioperi selvaggi dei trasporti metterà a dura prova sia la precaria organizzazione quotidiana sia il suo delicato equilibrio fisico e psicologico.

Il regista Eric Gravel, al suo secondo lungometraggio, affronta temi tipici del dramma familiare e li inserisce all'interno di una più ampia dinamica sociale e di lotta di classe. Rispetto ai modelli consolidati di questo genere, come possono essere i titoli dei fratelli Dardenne, Stéphane Brizé o Ken Loach, la narrazione procede in maniera molto dinamica, con un ritmo da action movie e un ampio uso della camera a mano: musica, sonoro, montaggio contribuiscono ad accrescere la suspense e lo spettatore è portato a seguire con crescente partecipazione la protagonista nella sua angosciante e quotidiana lotta contro il tempo, tanto frenetica quanto ordinaria. Tutto il film poggia sulle spalle e sulle gambe di Laure Calamy, che corre in continuazione, senza fermarsi un istante: corre per infilarsi in un treno di pendolari quando fa ancora buio, corre da una suite all'altra dell'hotel di lusso in cui lavora per anticipare richieste e capricci e per rimediare ai danni dei facoltosi clienti, corre per cercare un lavoro migliore e nei weekend cerca di essere una mamma affettuosa e presente. In questo percorso dimostra metodo, organizzazione, dignità, grande forza di volontà e determinazione ma anche cinismo e freddezza quando utilizza le colleghe più ingenue per raggiungere i propri obiettivi. Anche i ruoli di supporto sono affidati a figure femminili mentre quasi inesistenti sono quelle maschili, ben rappresentate dall'ex-marito che non trova neanche il tempo di chiamare per il compleanno del figlioletto e la cui "presenza" è affidata ad un messaggio della segreteria telefonica che viene ripetuto con frequenza ossessiva nel corso della narrazione. Alcuni passaggi sanno troppo di già visto, ma nel complesso è un prodotto riuscito e profondo, da vedere. Il film ha vinto due premi nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2021: migliore regia e migliore attrice.
Maximal Interjector
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