Il modesto impiegato Paul Hackett (Griffin Dunne) ottiene un appuntamento con l'affascinante Marcy (Rosanna Arquette), ma la serata non va esattamente come previsto: al pover'uomo ne capitano letteralmente di tutti i colori, in una notte infinita popolata di incontri bizzarri e disavventure rocambolesche.
Dopo il flop di Re per una notte (1983), Martin Scorsese si allontana momentaneamente dal cinema delle major per dedicarsi a questa piccola produzione indipendente, che si rivela tra i suoi titoli più riusciti nonché in assoluto il più divertente: una girandola surreale di colpi di scena a metà tra i racconti di Kafka e le slapstick comedy attorno a uno stralunato e iellatissimo antieroe impersonato dall'ottimo Griffin Dunne (anche produttore). La folle notte nel quartiere newyorkese di Soho comprende l'incontro con inquietanti figure femminili – l'autolesionista, la dark, la fanatica degli anni '60, l'artista “materna” – e vari altri personaggi stravaganti, fino a culminare nella paradossale fuga del protagonista inseguito dalla folla impazzita. Cinema dell'assurdo dalla vena nerissima che irride l'ambiente artistico underground degli anni '80 e geniale saggio simbolista sulla sessualità, ovviamente citazionistico (vedi i riferimenti a Il mago di Oz, 1939). Musiche di Howard Shore e fotografia di Michael Ballhaus. Meritato Premio alla regia al 39° Festival di Cannes.