Gagarine
Gagarine
2020
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Registi
Fanny Liatard
Jérémy Trouilh
Attori
Lyna Khoudri
Alseni Bathily
Jamil McCraven
Finnegan Oldfield
Farida Rahouadj
Yuri (Alseni Bathily), insieme ai suoi amici Houssam (Jamil McCraven) e Diana (Lyna Khoudri), cerca di evitare che il complesso residenziale in cui vivono venga dichiarato inagibile. Non tutti i condomini sono però convinti che il “Gagarine” sia il luogo migliore dove vivere.
L’apprezzato lungometraggio d’esordio della coppia formata da Fanny Liatard e Jérémy Trouilh racconta le disavventure di un gruppo di ragazzi alle prese con le difficoltà della loro quotidianità sfruttando, esattamente come aveva fatto Lynne Ramsay con la sua opera prima Ratcatcher (1999), la tensione verso il cielo e il viaggio interspaziale come metafora dello sforzo compiuto costantemente dai giovani per raggiungere la libertà tanto agognata. Per mettere in scena lo scontro tra il futuro sognato e la quotidianità, quale luogo migliore del complesso residenziale di alloggi popolari nel sud di Parigi? Gagarine, crocevia di culture e tradizioni eterogenee destinato però alla demolizione, vede al centro Yuri, omonimo dell’astronauta russo da cui deriva il nome del complesso, che si oppone con i suoi mezzi, l’intelligenza e la creatività, per impedire la disgregazione della sua comunità. Separato dai suoi amici e abbandonato dalla madre riesce, come un vero pioniere, a rendere abitabile lo spazio desolato del “Gagarine”, rinviando solo temporaneamente un finale già scritto. Principalmente grazie a l’unione di materiali diversi ma coerenti e un ottimo cast, composto da giovani attori di cui sentiremo parlare (in particolare l’algerina Lyna Khoudri che, grazie alle sue prove, ha già conquistato un premio a Venezia e l’opportunità di lavorare con Wes Anderson) e impreziosito da una delle rare apparizioni di Denis Lavant, la pellicola in conclusione riesce a stimolare e suscitare la partecipazione dello spettatore nei confronti di una storia già vista.
L’apprezzato lungometraggio d’esordio della coppia formata da Fanny Liatard e Jérémy Trouilh racconta le disavventure di un gruppo di ragazzi alle prese con le difficoltà della loro quotidianità sfruttando, esattamente come aveva fatto Lynne Ramsay con la sua opera prima Ratcatcher (1999), la tensione verso il cielo e il viaggio interspaziale come metafora dello sforzo compiuto costantemente dai giovani per raggiungere la libertà tanto agognata. Per mettere in scena lo scontro tra il futuro sognato e la quotidianità, quale luogo migliore del complesso residenziale di alloggi popolari nel sud di Parigi? Gagarine, crocevia di culture e tradizioni eterogenee destinato però alla demolizione, vede al centro Yuri, omonimo dell’astronauta russo da cui deriva il nome del complesso, che si oppone con i suoi mezzi, l’intelligenza e la creatività, per impedire la disgregazione della sua comunità. Separato dai suoi amici e abbandonato dalla madre riesce, come un vero pioniere, a rendere abitabile lo spazio desolato del “Gagarine”, rinviando solo temporaneamente un finale già scritto. Principalmente grazie a l’unione di materiali diversi ma coerenti e un ottimo cast, composto da giovani attori di cui sentiremo parlare (in particolare l’algerina Lyna Khoudri che, grazie alle sue prove, ha già conquistato un premio a Venezia e l’opportunità di lavorare con Wes Anderson) e impreziosito da una delle rare apparizioni di Denis Lavant, la pellicola in conclusione riesce a stimolare e suscitare la partecipazione dello spettatore nei confronti di una storia già vista.
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