Harry Deane (Colin Firth),un azzimato curatore d'aste, ordisce una truffa ai danni del volgare affarista Lionel Shahbandar (Alan Rickman), che lo vessa da anni, spacciandogli un clamoroso falso di Monet con l'aiuto della provocante texana PJ Puznowski (Cameron Diaz). Ovviamente le cose si complicheranno.
Progetto abortito per anni, Gambit – Una truffa a regola d'arte è il remake dell'omonimo film del 1966 con Michael Caine e Shirley MacLaine e, come la maggior parte dei rifacimenti, soffre di un'enorme mancanza di motivazioni unita a una fiacchezza di base disarmante. Le aspettative create dai titoli di testa animati in stile retrò non sono affatto mantenute e quella che dovrebbe essere una commedia vintage frizzante e garbata si trasforma presto in una sequela di gag triviali e demenziali di bassa lega, mentre gli intrecci si fanno sempre più confusi e nebulosi. Imbarazzanti gli interpreti britannici, con un legnoso Colin Firth e un Alan Rickman che si sottopone anche all'umiliazione della nudità (il suo personaggio è infatti un appassionato nudista), senza riuscire per questo a strappare una risata in più.