Il GGG – Il Grande Gigante Gentile
The BFG
2016
Paesi
Gran Bretagna, Canada, Usa
Generi
Fantasy, Avventura
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Steven Spielberg
Attori
Mark Rylance
Rebecca Hall
Penelope Wilton
Ruby Barnhill
Bill Hader
Jemaine Clement
Una notte la piccola Sophie (Ruby Barnhill), ospite di un orfanotrofio londinese, viene rapita da un gigante che si aggira per la città. Dopo il timore iniziale, la piccola si accorge di trovarsi nelle mani di una creatura dall'animo buono, il cui compito è quello di raccogliere e regalare i sogni a grandi e piccini. Inizia così con lui un immaginifico viaggio nella terra dei giganti, ostacolato però dalla presenza di alcuni altissimi energumeni cattivi che si nutrono di esseri umani.
Tratto dal romanzo Il GGG (1982) di Roald Dahl, il primo film diretto da Steven Spielberg a essere prodotto e distribuito dalla Disney è una favola magica e avventurosa che si inserisce perfettamente nella poetica del regista americano ma, allo stesso tempo, risulta troppo aderente alle esigenze (commerciali) della major. Una fiaba cinematografica che, sulla base dell'enorme potenziale letterario di partenza, non fatica a trovare momenti di spettacolo fanciullesco pienamente aderente alle corde più care all'autore: la Londra notturna e silente in apertura colpisce nel segno, così come il mondo dei giganti, tratteggiato come uno scenario primitivo lontano anni luce dalla civilizzazione, o la semplice sequenza della scoperta della creazione dei sogni. Non è però trascurabile la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto su commissione ingabbiato in rigide dinamiche che spesso lasciano poco spazio alla debordante immaginazione del regista, costretto a riciclare suggestioni già viste (il viaggio), a semplificare alcune situazioni drammaturgiche potenzialmente più interessanti (il mondo dei cattivi, l'epilogo) o ad abbassarsi a momenti che sembrano usciti da prodotti medi per ragazzi (l'incontro con la Regina). Le emozioni non mancano in un film compatto e appassionante nella prima parte che tende però a perdere sempre più ispirazione con il passare dei minuti. Molto efficaci i richiami al Cinema come fabbrica dei sogni e il monito a dare libero sfogo alla propria fantasia. Lasciano un po' perplessi, invece, alcuni dettagli in CGI poco curati. Straordinario il grande gigante gentile co-protagonista, grazie alla prova di un eccellente Mark Rylance "catturato" in motion capture. Fotografia di Janusz Kaminski, musiche di John Williams. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.
Tratto dal romanzo Il GGG (1982) di Roald Dahl, il primo film diretto da Steven Spielberg a essere prodotto e distribuito dalla Disney è una favola magica e avventurosa che si inserisce perfettamente nella poetica del regista americano ma, allo stesso tempo, risulta troppo aderente alle esigenze (commerciali) della major. Una fiaba cinematografica che, sulla base dell'enorme potenziale letterario di partenza, non fatica a trovare momenti di spettacolo fanciullesco pienamente aderente alle corde più care all'autore: la Londra notturna e silente in apertura colpisce nel segno, così come il mondo dei giganti, tratteggiato come uno scenario primitivo lontano anni luce dalla civilizzazione, o la semplice sequenza della scoperta della creazione dei sogni. Non è però trascurabile la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto su commissione ingabbiato in rigide dinamiche che spesso lasciano poco spazio alla debordante immaginazione del regista, costretto a riciclare suggestioni già viste (il viaggio), a semplificare alcune situazioni drammaturgiche potenzialmente più interessanti (il mondo dei cattivi, l'epilogo) o ad abbassarsi a momenti che sembrano usciti da prodotti medi per ragazzi (l'incontro con la Regina). Le emozioni non mancano in un film compatto e appassionante nella prima parte che tende però a perdere sempre più ispirazione con il passare dei minuti. Molto efficaci i richiami al Cinema come fabbrica dei sogni e il monito a dare libero sfogo alla propria fantasia. Lasciano un po' perplessi, invece, alcuni dettagli in CGI poco curati. Straordinario il grande gigante gentile co-protagonista, grazie alla prova di un eccellente Mark Rylance "catturato" in motion capture. Fotografia di Janusz Kaminski, musiche di John Williams. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.
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