Ghostbusters - Minaccia glaciale
Ghostbusters: Frozen Empire
2024
Paese
Usa
Generi
Avventura, Commedia
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Gil Kenan
Attori
Bill Murray
Dan Aykroyd
Ernie Hudson
Annie Potts
Finn Wolfhard
Paul Rudd
Carrie Coon
Mckenna Grace
Kumail Nanjiani
Celeste O’Connor
La famiglia Spengler è tornata a New York, dove ha deciso di stabilirsi nella vecchia caserma dei pompieri in cui vivevano gli Acchiappafantasmi, decisi a raccoglierne l’eredità: Ray e Winston svelano loro che hanno creato una nuova tecnologia per catturare gli spiriti e separarli dagli oggetti posseduti, liberandoli. Nel frattempo, una minaccia incombe sulla Grande Mela: vecchi e nuovi Ghostbusters devono collaborare per salvare il pianeta da una nuova glaciazione. 

A distanza di tre anni da Ghostbusters: Legacy, con cui Jason Reitman aveva reso omaggio alla più celebre opera paterna, il regista lascia il posto a Gil Kenan (co-scenaggiatore del precedente), occupandosi solo della sceneggiatura. Il risultato è perfettamente coerente con quanto mostrato nel 2021: infatti anche in questo caso il desiderio di giocare con gli spettatori e con la loro nostalgia è sicuramente uno degli ingredienti principali, a partire dalla celeberrima Hook & Ladder 8, la caserma dei pompieri teatro delle avventure dei film di Ivan Reitman. Non solo, perché tornano anche altri personaggi dal passato, otre che diversi luoghi divenuti iconici: da questo punto di vista è evidente il desiderio di Jason Reitman di rendere omaggio al padre (cui è dedicato il film) e allo stesso tempo di rifugiarsi in una comfort zone capace di garantire un buon risultato senza rischiare troppo. Purtroppo però questo è anche il difetto maggiore di Ghostbusters – Minaccia glaciale: non ci sono autentici guizzi, non sono presenti elementi realmente innovativi che possano rimanere indelebili nella memoria, ed è come se ci si fosse accontentati di dare ai fan ciò che desiderano, senza aggiungere nulla di nuovo. O meglio, gli spunti ci sarebbero – ad esempio, è abbozzato un discorso di domanda su cosa significhi essere un fantasma o su come sia la vita dopo la morte, ma anche sul significato di genitorialità o sulla vecchiaia – però purtroppo sono elementi che rimangono in sospeso, incompleti. E se il villain è realmente convincente, la conclusione risulta probabilmente troppo sbrigativa e senza il pathos necessario che ci si aspetterebbe. Il cambio di regia sicuramente non ha giovato, anche se a conti fatti si tratta di un capitolo godibile, dotato di buon ritmo, in cui si respira ancora molto l’atmosfera di Stranger Things e nel quale non mancano nuovi omaggi a Stephen King (Shining e Christine i più evidenti): il cambiamento in atto è evidente, potrebbe anche funzionare, ma forse l’eredità del passato è troppo ingombrante per poterne fare a meno.    
Maximal Interjector
Browser non supportato.