Bick Benedict (Rock Hudson) è un ricco proprietario terriero che sposa la giovane Leslie (Elizabeth Taylor). Tra i suoi braccianti, un tenace ragazzo (James Dean) è tremendamente innamorato della moglie del suo datore di lavoro, ma è del tutto sfiduciato di poterla conquistare anche a causa della sua situazione economica. Un giorno, però, eredita un terreno ricco di petrolio e i soldi inizieranno a fruttare. 

Tratto da un romanzo di Edna Ferber, Il gigante è un film diventato leggenda poiché l'ultimo interpretato da James Dean (morto prematuramente durante le riprese e sostituito da una controfigura in un paio di sequenze). L'intento di Stevens era quello di realizzare una pellicola melodrammatica che ricordasse il celeberrimo Via col vento (1939), prendendo le mosse da una narrazione strettamente connessa all'evolvere di una famiglia per poi affrontare temi di qualsiasi tipo e portata: dal razzismo sino alla chiusura mentale di una società bigotta e antica, passando per l'ossessione del denaro e la sete di ricchezza. Stevens coordina la molta carne al fuoco con mano esperta e riesce a organizzare al meglio un apparato produttivo d'altri tempi; ma il risultato complessivo è fiaccato da una seconda parte troppo verbosa e ridondante per poter appassionare fino in fondo. Nonostante i limiti, tuttavia, Il gigante ha segnato intere generazioni, regalando momenti memorabili legati al mito di Dean (in primis la scena della “doccia” di petrolio e la conta dei passi per misurare il terreno), capace di imporsi con il suo carisma leggendario persino sulla solida coppia di attori protagonisti, Rock Hudson ed Elizabeth Taylor. La pellicola fu candidata a ben dieci premi Oscar, riuscendo a primeggiare solo nella categoria per la miglior regia.