Lucy (Lillian Gish) ha 13 anni, e vive a Londa in un quartiere povero, con il violento padre (Donald Crisp), un ex pugile fallito. Trova nel commerciante cinese Cheng Huan (Richard Barthelmess) un amico e una sorta di amante, ma il loro rapporto non sarà ben visto dal padre di Lucy. Giglio infranto è uno dei film più amati e celebri di David W. Griffith, che ha stupito, spettatori allora e storici e studiosi del cinema ancora oggi, grazie alle sue innovazioni registiche. Con Giglio infranto, Griffith non interrompe questo trend e alle splendide trovate fotografiche, con l'illuminazione (delle scenografie e sui volti degli attori) che acquista uno spessore narrativo, aggiunge un nuovo sguardo sul modo di raccontare una storia. Perché la storia di amicizia tra la ragazzina e l'immigrato cinese diventa occasione per inscenare qualcosa di nuovo: il rapporto tra due outsider, la conoscenza di una diversa cultura, l'allusione sessuale. Soprattutto su quest'ultimo punto, Giglio infranto stupisce per il coraggio: Griffith mette in scena una storia torbida, dove la violenza fisica e psicologica del padre sulla figlia si oppone al rapporto quasi morboso tra Lucy e Cheng, in bilico tra l'amore platonico e la pulsione pedofila. Straordinarie le interpretazioni, dalla Lucy di Lillian Gish, all'epoca ventitreenne e tra le attrici preferite da Griffith, fino al padre padrone Donald Crisp, passando per il cinese impersonato dall'americanissimo Richard Barthelmess, talmente americano da essere tra i 36 fondatori dell'Academy, l'organizzazione che dal 1929 assegna i premi Oscar.