La giovane Giuditta (Blanche Sweet) decide di sacrificarsi per il suo popolo: si infiltra tra le fila degli assiri che hanno assediato la sua città, Betulia, alle porte della Giudea, e decide di sedurre il loro comandante Oloferne (Henry B. Walthall), con il fine di ucciderlo. Se ne innamora, ma il senso del dovere la porterà a compiere comunque il suo piano. In una delle interpretazioni migliori della sua carriera, la diva del muto Blanche Sweet tiene sulle proprie spalle l'intero film. Un'interpretazione entrata nel mito anche grazie al miracoloso salvataggio di sette spezzoni di pellicola che mostrano le prove dell'attrice, insieme al regista, sul set allestito per la leggendaria scena finale dell'uccisione di Oloferne. Ma non è soltanto grazie alla Sweet che Giuditta di Betulia viene ancora annoverato tra i film più interessanti del grande David Wark Griffith. La pellicola, infatti, rappresenta un vero e proprio terreno di studio, e di preparazione, per la realizzazione di uno dei successivi capolavori del regista: Intolerance (1916), dove la parte relativa a Babilonia, con i maestosi set e le grandiose scene d'azione, rivela il debito con il film precedente.Giuditta di Betulia fu, per tutti questi motivi, un enorme successo commerciale, e la casa di produzione Biograph, lo ripropose negli anni successivi in una versione di durata maggiore e con un differente titolo, Her Condoned Sin, rimontata più avanti da Griffith in una terza differente versione.