Appena uscito di prigione, “Doc” (Sam Jaffe) progetta un ambizioso colpo in una gioielleria insieme a cinque complici: un allibratore (Marc Lawrence), un avvocato corrotto (Louis Calhern), uno scassinatore (Anthony Caruso), un barman (James Whitmore) e un pregiudicato (Sterling Hayden). Il piano, però, non andrà come previsto. Se con Il mistero del falco (1941) aveva dato forma definitiva al genere noir, con questa pellicola John Huston inventa il caper movie o heist movie, il film interamente incentrato sull'esecuzione di una rapina. Tratto dal romanzo di W.S. Burnett, sceneggiato da Huston stesso con Ben Maddow, è uno dei massimi lavori del regista, un archetipo che influenzerà molto cinema a venire (curiosa e non casuale la specularità con il successivo Rapina a mano armata di Stanley Kubrick, 1955). La perfezione millimetrica della rappresentazione del “colpo grosso” e la struttura insolitamente corale non impediscono un'analisi intensa delle personalità dei protagonisti (il Dix di Sterling Hayden, in particolare, resta indimenticabile). Perché quella di Huston è una malinconica elegia dei perdenti, schiacciati dal marcio di un universo spietato ed endemicamente corrotto dove, come dice uno dei personaggi, «Il delitto è solo una versione sinistra della lotta per la vita». Splendido il bianco e nero di Harold Rosson, sublime il cast; c'è anche una giovanissima Marilyn al suo primo ruolo importante, che lascia decisamente il segno. In concorso alla 15esima Mostra di Venezia, valse a Sam Jaffe la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile. Almeno tre i remake: Gli uomini della terra selvaggia di Delmer Daves (1958), Rapina al Cairo di Wolf Rilla (1963), I diamanti sono pericolosi di Barry Pollack (1972).