Ray Ruby (Willem Dafoe) gestisce un locale di lap-dance sull'orlo del fallimento ed è un giocatore patologico che ha perso quasi tutti i suoi soldi alla lotteria. Il fratello di Ray, Johnie (Matthew Modine), arriva in città deciso a interrompere i finanziamenti allo scapestrato parente. Nel frattempo Ray vince inaspettatamente una somma colossale: se solo riuscisse a trovare il biglietto... Tutto ambientato tra il locale, la strada antistante e la vicina ricevitoria, il racconto risulta per forza di cose ripetitivo e asfittico. Si tratta comunque del tipico prodotto medio di Abel Ferrara: un film sincero e autobiografico, incompiuto e irrisolto, che celebra un sottobosco di personaggi talmente improbabili da suscitare la simpatia di chi indulge alla visione. La confezione è senza sbavature benché non eccezionale, mentre adattamento e doppiaggio italiani sono raccapriccianti. Eppure, proprio gli spettatori nostrani sono quelli a divertirsi di più per la serie di partecipazioni da galleria del trash. Oltre alla "memorabile" performance di Asia Argento con un Rottweiler, si possono ammirare Romina Power annunciatrice del lotto, Andy Luotto e Riccardo Scamarcio come clienti del club e, tra le spogliarelliste, Stefania Rocca, Bianca Balti (poi modella e volto pubblicitario) e l'inarrivabile apparizione di Elektra, ovvero Sabina Began, nota in seguito come "ape regina" del "bunga-bunga" arcoriano. Girato interamente a Cinecittà.