Enrico (Antonio Bannò) è un ragazzo romano di estrema destra che partecipa a una manifestazione davanti a un centro d'accoglienza di immigrati. Un improvviso attacco zombie costringerà il giovane a rifugiarsi all'interno del centro e a condividere una terribile avventura al fianco delle persone che voleva far sgomberare. Prodotto insolito, anche all'interno del cinema italiano dai mezzi più limitati, Go Home – A casa loro mostra sin da subito i limiti da opera indipendente con ambizioni totalmente fuori focus, con una precisa identità politica e un basico impegno civile calati in un contesto horror di modestia assoluta. Il basso costo dell'operazione (intorno ai 7000€) non giustifica comunque l'evidente approssimazione di una sceneggiatura adeguata forse solo per un cortometraggio. Alla sua opera seconda (il primo film è uscito solamente in home-video), Luna Gualano dimostra enormi difficoltà nel gestire le dinamiche di una vicenda quasi totalmente girata in un ambiente chiuso, con sprazzi di splatter e momenti involontariamente ridicoli a ripetizione. La recitazione, che si attesta su un livello amatoriale, non aiuta poi a rendere credibili i vari registri su cui il film è giocato. Se, da un lato, la metafora di base sul ruolo degli zombie e la loro natura può risultare abbastanza interessante, rimane imperdonabile l'ambiguità di una scrittura che sceglie soluzioni quantomeno discutibili soprattutto nell'epilogo. Un intrattenimento modestissimo e preoccupante nella sua approssimazione di ogni sfumatura ideologica, che non ha i mezzi per diventare un film di genere con un sottotesto politico con una vera ragione d'essere. Presentato nella sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma.