Going Clear: Scientology e la prigione della fede
Going Clear: Scientology and the Prison of Belief
2015
Netflix
Paese
Usa
Genere
Documentario
Durata
119 min.
Formato
Colore
Regista
Alex Gibney
Attore
Paul Haggis
Otto ex adepti di Scientology (tra i quali il regista Paul Haggis) si aprono alle telecamere del documentarista Alex Gibney per svelare quali pratiche, culti e regole si celino dietro la religione fondata da L. Ron Hubbard.
Dopo aver messo in primo piano lo sporco celato dal tappeto della chiesa cattolica in Mea maxima culpa: Silenzio nella casa di Dio (2012), il documentarista statunitense Alex Gibney torna a lavorare su un'altra religione, o presunta tale, cercando di interrogarla e indagarla sotto ogni punto di vista. Il film non vuole solo ricostruire passo per passo le tappe più salienti che portarono Scientology a diventare un fenomeno mondiale, ma tenta di denunciare in maniera sentita tutte le assurdità che le fanno capo. Gibney riesce ad assemblare un materiale d'inchiesta vastissimo, inerente a un argomento decisamente spinoso e scomodo (soprattutto oltreoceano), utilizzato intelligentemente per dare vita a una pellicola obiettiva e neutrale che comunque non si priva in alcun modo della sua componente di denuncia. Sembrerebbe un paradosso, ma il cineasta riesce nell'assurda sfida di utilizzare le medesime fonti sia per comprendere i motivi di attrattiva di Scientology sia per denunciarne gli aspetti più crudi e riprovevoli: un'anima contradditoria che è proprio quella su cui punta l'organizzazione per reclutare nuovi adepti. Agevolato da un ritmo incalzante, Going Clear: Scientology e la prigione della fede è un documentario profondissimo e angosciante, capace di incuriosire ma anche di spaventare. A Gibney non si poteva chiedere di più: ottimo lavoro.
Dopo aver messo in primo piano lo sporco celato dal tappeto della chiesa cattolica in Mea maxima culpa: Silenzio nella casa di Dio (2012), il documentarista statunitense Alex Gibney torna a lavorare su un'altra religione, o presunta tale, cercando di interrogarla e indagarla sotto ogni punto di vista. Il film non vuole solo ricostruire passo per passo le tappe più salienti che portarono Scientology a diventare un fenomeno mondiale, ma tenta di denunciare in maniera sentita tutte le assurdità che le fanno capo. Gibney riesce ad assemblare un materiale d'inchiesta vastissimo, inerente a un argomento decisamente spinoso e scomodo (soprattutto oltreoceano), utilizzato intelligentemente per dare vita a una pellicola obiettiva e neutrale che comunque non si priva in alcun modo della sua componente di denuncia. Sembrerebbe un paradosso, ma il cineasta riesce nell'assurda sfida di utilizzare le medesime fonti sia per comprendere i motivi di attrattiva di Scientology sia per denunciarne gli aspetti più crudi e riprovevoli: un'anima contradditoria che è proprio quella su cui punta l'organizzazione per reclutare nuovi adepti. Agevolato da un ritmo incalzante, Going Clear: Scientology e la prigione della fede è un documentario profondissimo e angosciante, capace di incuriosire ma anche di spaventare. A Gibney non si poteva chiedere di più: ottimo lavoro.
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