Di mestiere Harry Morgan (John Garfield) traghetta turisti sulla sua barca in California. Un giorno accetta di portare in Messico un misterioso cliente che finirà per non pagarlo: rimasto senza soldi, per tornare a casa dovrà portare negli Stati Uniti alcuni immigrati cinesi clandestini. Nel 1944, Howard Hawks firmò Acque del sud, ma non raggiunse gli esiti sperati. Allo stesso romanzo di Ernest Hemingway (Avere e non avere) s'ispira questo lungometraggio di Michael Curtiz, decisamente superiore, per qualità e non solo, al film precedente. Rimanendo fedele al testo di partenza, il regista di origini ungheresi firma un'opera rispettosa delle pagine di Hemingway e, allo stesso tempo, capace di ribaltare alcuni passaggi (il finale in primis). Ma ciò che più conta è il ritmo serrato e una messinscena solida che si fa sempre più concitata ed emozionante col passare dei minuti, raggiungendo l'apice in una splendida e impeccabile conclusione. Oggi un po' dimenticato, è un lungometraggio da recuperare e riscoprire, valorizzato anche dall'intensa prova di Garfield. Dallo stesso romanzo prenderà spunto anche Don Siegel per Agguato nei Caraibi (1958).