Jep Gambardella (Toni Servillo), mondano festaiolo e scrittore fallito, si trascina da un party all'altro nella Roma decadente e superficiale delle terrazze lussuose. Nel suo vacuo peregrinare è alla ricerca di sparuti sprazzi di bellezza che la vita sembra volergli a tutti i costi negare.
Omaggio alla Dolce Vita felliniana, ritratto impietoso della vuotezza estetizzante della società borghese contemporanea, galleria meravigliosa di una capitale languida e agonizzante, poema sull'inutilità della vita e sulla tragedia dell'invecchiamento: La grande bellezza, nel suo girovagare ebbro e sonnolento da una terrazza all'altra della Roma bene, è tutto questo e molto di più. Grazie allo sguardo sornione e cinico di Jep Gambardella (un perfetto, iconico, indimenticabile Toni Servillo) ha inizio un onirico, inebriante e barocco viaggio tra l'interiorità dell'uomo posto davanti alle ineluttabili domande della vita e la sua reazione più immediata e sanguigna per anestetizzarne la tragedia: buttarsi in un carnevale grottesco e ripugnante per illudersi di sconfiggere la morte. Tra ghigni pietrificati dal botulino, danze macabre incarnate da squallidi personaggi, conversazioni vorticosamente impegnate a girare intorno al nulla, nascondendolo, Gambardella si muove come uno spettro, osservando, giudicando e, forse, impietosendosi per le misere umanità che rispecchiano la sua essenza di individuo irrisolto, senza senso, fondamentalmente solo. Ed è la solitudine l'orrendo moloch che Sorrentino descrive con virtuosismo a tratti arrogante in ogni sua opera, trovando qui l'estetizzazione suprema, eccessiva e magniloquente del più grande dramma dell'uomo contemporaneo. La grande bellezza è la storia di una ricerca impossibile: non racconta una storia perché le racconta tutte, non parla di nulla ma lo fa con sublime, rigorosa eleganza. Con la partecipazione straordinaria di molti grandi nomi: da un intenso Carlo Verdone a una sorprendente Sabrina Ferilli, da un divertente Roberto Herlitzka a un grottesco Carlo Buccirosso. Tra le sequenze indimenticabili, la festa trash ritmata dal remix di Bob Sinclair di A far l'amore comincia tu della Carrà e l'epifania della giraffa nel foro romano notturno. Esiste una versione estesa di 172'. Presentato in concorso al Festival di Cannes. Oscar come migliore film straniero e trionfo di critica e pubblico in tutto il mondo.