Il grande freddo
The Big Chill
1983
Paese
Usa
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
Lawrence Kasdan
Attori
Tom Berenger
Glenn Close
William Hurt
Jeff Goldblum
Kevin Kline
Mary Kay Place
Meg Tilly
JoBeth Williams
South Carolina. In occasione del funerale di un amico morto suicida, un gruppo di ex compagni di college all'epoca della contestazione giovanile avrà modo di ritrovarsi, a distanza di quindici anni, per una nostalgica rimpatriata, rievocando un lontano passato ormai sommerso dalla disillusione del presente.

Affresco corale che unisce sapientemente ironica leggerezza e riflessione esistenziale, Il grande freddo è, con tutta probabilità, il film più iconico e significativo all'interno della filmografia di Kasdan (qui anche sceneggiatore insieme a Barbara Benedek). L'atmosfera venata di malinconia diventa il funzionale complemento di uno script calcolatissimo (forse troppo) che ha l'ambizione di gettare un lucido sguardo su una generazione, quella figlia del '68, che guarda con rimpianto alla vitalità ribelle del passato, facendo i conti con gioie, delusioni, occasioni perdute, tensioni mai sopite e sentimenti repressi. Il materialismo e la superficialità degli anni '80 diventano uno stridente contrappunto degli ideali del tempo che fu. Molto impostato nel dosare i sentimenti, il film sfiora il patetismo quando spinge sul pedale dell'enfasi emotiva nel tentativo di restituire un quadro il più completo possibile attraverso i caratteri dei personaggi. Divenne un modello imitato quando non ricalcato e fu il trampolino di lancio per un pugno di bravissimi attori, tra cui è d'obbligo segnalare Tom Berenger (Sam, attore sulla cresta dell'onda), Glenn Close (la problematica Sarah), Jeff Goldblum (il logorroico giornalista da quattro soldi Michael) e William Hurt (Nick, fascinoso psicologo dallo spirito libero segnato dall'esperienza in Vietnam). Colonna sonora da urlo, con brani di Marvin Gaye, The Temptations, Aretha Franklin, Procol Harum, Four Tops e altri miti degli anni Sessanta. Fotografia di John Bailey. Forse non tutti sanno che, al momento dell'uscita, venne giudicato (da alcuni) troppo simile al meno conosciuto Return of the Secaucus 7 (1979) di John Sayles, tanto da venire accusato di plagio.
Maximal Interjector
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