Nellie Jarvis (Lillian Gish), per aiutare i genitori in crisi finanziaria, si ritrova a lavorare come cameriera per i Cain, coniugi che la molestano sul lavoro e colpevoli di un omicidio a cui assistette da piccola. La sorte renderà giustizia sia ai Jarvis, che eviteranno una frode immobiliare e diventeranno ricchi grazie al petrolio, che ai Cain, arrestati per i loro crimini. Dopo una serie di film con protagonista Carol Dempster, David W. Griffith torna a quella che è stata e continuerà a essere la sua attrice prediletta: Lillian Gish. E proprio grazie all'interpretazione della Gish, Il grande problema non crolla sotto le bizzarre scelte narrative e stilistiche di cui abbonda: «voyeurismo, eruzioni petrolifere, libido scatenata, negri con la tremarella, memorie represse, ruscelli d'acqua pura, morti viventi. Il grande problema possiede tutte le caratteristiche del delirio onirico e di un melodramma che ha rotto gli argini della coerenza» (Paolo Cherchi Usai). Eppure Il grande problema affascina per le allusioni sessuali esplicite, ma anche per la scelta di punteggiare un melodramma con il sovrannaturale, inserendo dei fantasmi che si fanno veri e propri personaggi.