Phillip “Pip ”Pirrip (Toby Irvine da giovane, Jeremy Irvine da adulto) è un orfano la cui esistenza viene segnata dall'incontro con un prigioniero in fuga (Ralph Fiennes), a cui non nega il proprio aiuto. Successivamente Pip viene preso in custodia da una nobildonna di nome Miss Havisham (Helena Bonham Carter), ma la sua esistenza cambierà quando avrà tra le mani una grande fortuna in denaro, dono di un misterioso benefattore.
Dopo David Lean (Grandi speranze del 1946), Alfonso Cuaròn (Paradiso perduto del 1998) e numerosi adattamenti tra cinema e serie TV, anche Mike Newell prova a restituire nuovo fasto a uno dei romanzi più celebri di Charles Dickens, senza però molto successo. La pellicola non riesce a padroneggiare lo stile e i temi dell'omonimo romanzo, un bildungsroman che, oltre a seguire la crescita e le vicende del protagonista, restituisce un preciso e autentico spaccato della società inglese di metà Ottocento. Newell, d'altro canto, si perde in una sbrigativa girandola di eventi, fatta di variopinti costumi e frasi fatte. Le imponenti scenografie costituiscono l'ossatura di un progetto che tenta di condensare in due ore il più elevato numero di eventi possibile, provocando una pressoché totale assenza di empatia con un gruppo di personaggi scritti frettolosamente. Il retrogusto dal sapore gotico invece, di cui si fa portavoce una riciclata Helena Bonham Carter, sembra più che altro una furbesca trovata per riallacciarsi a una tendenza modaiola in grado di suscitare interesse nei più giovani.