P.T. Barnum (Hugh Jackman), costretto a barcamenarsi insieme alla moglie Charity (Michelle Williams) in una situazione economica tutt’altro che rosea, si reinventa diventando il più grande impresario circense della storia e dando vita al circo moderno: una parata di freak in bella mostra, proposti al pubblico in uno spettacolo colorato e rutilante.

Diretto dall’esordiente Michael Gracey, The Greatest Showman si è rivelato un progetto ben più complicato del previsto. Con alle spalle moltissime repliche a Broadway, ci sono voluti ben otto anni prima che la 20th Century Fox desse il via alle riprese e trovasse gli ingredienti giusti per portare finalmente a termine il progetto. La scelta per interpretare il protagonista, un uomo non privo di lati negativi, di asprezze e di elementi caratteriali ambiziosi, cinici e respingenti, ma anche dotato di un grandissimo senso per la bugia a effetto e dunque per lo spettacolo, è ricaduta intelligentemente su Hugh Jackman: un attore che ha già dimostrato di essere molto a suo agio con l’entertainment puro e che qui si cimenta con buona volontà con un musical da reggere in gran parte sulle spalle. Le canzoni messe a punto sono tutte coinvolgenti e piacevoli ma quasi mai memorabili e la narrazione segue lo stesso iter: non mancano gli spunti visivi accattivanti e le sequenze a effetto e ben calibrate, ma il film nel suo complesso è piuttosto annacquato e telefonato, tutt’altro che indimenticabile e decisamente scaltro e ammiccante. La riflessione sul valore della diversità è anch'essa all’acqua di rose e la seconda parte appare piuttosto sfiatata e inutilmente tirata per le lunghe, vittima, probabilmente, di qualche sforbiciata della produzione per far quadrare meglio i conti del progetto. Dietro le musiche ci sono Benj Pasek e Justin Paul, le menti dietro i brani di successo di La La Land Audition e City Stars. Rebecca Ferguson è la cantante Jenny Lind, Zendaya l’acrobata Anne Wheeler e Zac Efron è il protetto di Barnum Phillip Carlyle.