Nella città proletaria di Grimsby, Nobby (Sacha Baron Cohen) ha undici figli, una fidanzata molto contesa (Rebel Wilson) e un grande cruccio: ritrovare il fratello Sebastian (Mark Strong), da cui era stato separato perché affidato a una diversa famiglia di adozione. I due si ricongiungeranno, ma Nobby non sa che Sebastian nel frattempo è diventato un agente segreto con il compito di salvare il mondo. Dal regista di Danny the Dog (2005), una commedia sciatta e fondata sul cliché più ritrito: la strana coppia con l’agente implacabile contrapposto all’imbranato bifolco e un po’ tonto. La comicità un tempo irriverente di Sacha Baron Cohen, che è anche sceneggiatore, sembra aver subito una tragica battuta d’arresto, accontentandosi di gag scatologiche e scurrili senza nessun fine se non quello di strappare qualche risata di bassa lega. Nei fatti, però, si ride davvero pochissimo, il che per un titolo di genere puro come questo è un enorme problema: non sempre l’eccesso fa rima con successo e questa ne è la riprova. Oltre all’intreccio risaputo e alla regia priva di trovate, occorre fare i conti con un personaggio, quello di Nobby, sgradevole e stonato, costantemente sopra le righe, disposto a scomodare pedofilia ed escrementi pur di far gridare al politicamente scorretto. Un risultato piuttosto becero, in cui Mark Strong e Penélope Cruz (nei panni di un’attrice filantropa) non fanno che subire gli attacchi fini a se stessi di Baron Cohen. Del tutto trascurabile.