Grizzly Man
Grizzly Man
2005
Paese
Usa
Genere
Documentario
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Werner Herzog
Documentario in cui, attraverso una lunga serie di filmati di repertorio, si racconta la figura di Timothy Treadwell, attivista ambientale americano che per tredici anni cercò di vivere con gli orsi dell'Alaska, fino a quando non ne fu ucciso.
Il film che ha riportato Werner Herzog, dopo tanti progetti piccoli e semi-sperimentali, al centro dell'attenzione di critici e festival di tutto il mondo. Un documentario anomalo, costituito per il 70% dai video di repertorio di Treadwell e per il restante 30% da interviste e divagazioni del regista, il quale usa il bizzarro e inquietante personaggio innamorato degli orsi per proseguire, in modo lucidissimo, le riflessioni sul rapporto tra uomo e natura che porta avanti sin dagli anni '70. Grizzly Man, infatti, costituisce il punto di arrivo di due percorsi, uno più intellettuale e uno più cinefilo, che Herzog da sempre ha affrontato nella sua filmografia. Da una parte l'eterna e irrazionale ambizione dell'uomo di dominare la natura (attraverso metodi violenti o attraverso modi più gentili), destinata a fallire in quanto la natura selvaggia è solo “caos, conflitto e morte”; dall'altra, la volontà del regista di superare le gabbie del documentario verista, dando vita a delle opere che, attraverso una manipolazione evidente della materia che trattano (Herzog, con la sua voce narrante, conferisce un senso e una direzione filosofica alle videoregistrazioni di Treadwell), cercano di far emergere una verità estatica che giace sotto l'evidenza della realtà filmata. Ambiguo, affascinante e, in più di un momento, disturbante, Grizzly Man rappresenta la summa del documentario herzoghiano, dove la contemplazione della natura e la riflessione cinefila e intellettuale si uniscono in un abbraccio armonico e visionario. Un'opera che è entrata di diritto nella storia del cinema documentario. Numerosi i premi conquistati (tra gli altri il premio del pubblico al Sundance Film Festival e il Directors Guild Award), ma scandalosamente snobbato dagli Oscar.
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