Durante la Prima guerra mondiale, due giovani donne italiane subiscono la violenza dei soldati austriaci. Entrambe rimangono incinte, ma mentre Luisa (Lea Padovani) opta per un aborto, Clara (Anna Maria Ferrero) decide di portare a termine la gravidanza facendo leva sul senso materno. Tratto dal romanzo Vae victis di Annie Vivanti, Guai ai vinti è un film melodrammatico diretto da uno dei massimi esperti italiani del genere, Raffaello Matarazzo (suoi Catene del 1949 e I figli di nessuno del 1951). In grado di toccare corde emotive profondissime, la pellicola colpisce anche per la questione morale legata alla maternità: un tema che, da un lato, offre l'occasione al regista di inscenare il tutto con uno sguardo più cupo e cinico del solito, mentre, dall'altro, è proprio il modo un po' troppo superficiale e frettoloso con cui Matarazzo si sofferma su questo snodo a lasciare lo spettatore a bocca asciutta. Schierandosi apertamente con una delle due protagoniste (e di conseguenza accusando l'altra), il film si priva di una certa neutralità che invece gli avrebbe giovato, ma è un vizio di prospettiva che non produce grossi scossoni. Rimane infatti una pellicola interessante ed efficace, imperfetta eppur capace di fare piuttosto bene il suo dovere.