Nove delegati per ognuna delle maggiori gang di New York sono convocati, disarmati, nel Bronx dove Cirus (Roger Hill), capo dei Riffs, vuole proporre un'alleanza per controllare le strade. Durante il discorso viene però ucciso da un esponente dei Rogues (David Patrick Kelly) che poi accusa i Guerrieri, testimoni dell'omicidio. Perso il loro capo Cleon (Dorsey Wright) e recuperata nel tragitto una ragazza (Deborah Van Valkenburgh) i superstiti si affidano a Swan (Michael Beck) per tornare a Coney Island sfuggendo alla polizia e a tutte le bande che cercano vendetta.
Folgorante rappresentazione espressionista di una metropoli divisa in tribù, I guerrieri della notte è anzitutto innegabilmente divertente, diretto con perizia e sceneggiato (dal regista con David Shaber) in modo da non lasciare tempi morti e rilanciare continuamente l'azione. Pur senza cercare riflessioni profonde, individua con precisione la centralità di alcuni elementi (la metropolitana, la radio, i “colori” di ogni banda) che oggi sono anche manifesto di un'epoca. Indovinato il look di quasi tutti i gruppi di gangster e il mix dei caratteri tra i Guerrieri, che restano comunque tutti ragazzi spavaldi, ossessionati dal sesso anche quando sono in pericolo di vita e, in fondo, soprattutto sbruffoni, incoscienti e spaventati come un'intera generazione metropolitana. Pietra miliare dell'intrattenimento anni Ottanta e fonte di ispirazione inevitabile per tante pellicole successive, è stato tratto da un romanzo di Sol Yurick.