Hammamet
2020
Paese
Italia
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
126 min.
Formato
Colore
Regista
Gianni Amelio
Attori
Pierfrancesco Favino
Livia Rossi
Luca Filippi
Silvia Cohen
Omero Antonutti
Renato Carpentieri
Giuseppe Cederna
Claudia Gerini
1999. In seguito al sisma politico generato dall'inchiesta Mani Pulite, l’ex Presidente del Consiglio e leader del Partito Socialista Italiano (Pierfrancesco Favino) si ritira nella cittadina tunisina di Hammamet, in un esilio volontario segnato dalla malattia e dai ricordi di ciò che l'ha ridotto in quella condizione. Nella tranquillità della sua dimora, passa gli ultimi mesi di vita accanto alla figlia (Livia Rossi), alla moglie (Silvia Cohen), ai famigliari più intimi e a un misterioso giovane, Fausto (Luca Filippi), il quale, forse, lo farà riflettere sulle sue colpe nel recente passato.
Il re è caduto. Concentrandosi su una ferita ancora aperta di Storia italiana, Gianni Amelio, autore unico del soggetto e sceneggiatore accanto ad Alberto Taraglio, ha realizzato un film biografico che si concentra quasi esclusivamente sul versante umano del protagonista Bettino Craxi (il suo nome, però, non viene mai menzionato), affrontando il funereo epilogo di uno spaccato scottante di politica nostrana senza farne un resoconto fazioso o strettamente militante. Il travaglio esangue dell'uomo, arrogante, impulsivo e falso (anche con se stesso) coincide con la frattura insanabile di un Paese al capolinea, costretto a rifondare la propria classe politica. Tra aderenza filologica alla realtà dei fatti, tanto da girare all'interno della vera dimora tunisina di Craxi e citare alcuni momenti specifici passati a memoria (come il lancio delle monetine), e volontà di tendere la mano all'immaginazione, Amelio porta a compimento un trait d'union di rara raffinatezza, tra parossistico iperrealismo, soprattutto nella mimesi fisica del protagonista, ed esaltazione della finzione cinematografica, occultando i nomi propri dei personaggi e inserendo un fittizio elemento "thriller" rappresentato da Fausto, che sembra legarsi al film d'esordio dello stesso Amelio, Colpire al cuore (1982), che affronta il tema del terrorismo nell'ottica di un rapporto contrastato tra padre e figlio. Un film, Hammamet, che ragiona in maniera interessante e mai banale sul tempo e sullo spazio, soprattutto in relazione alla dimensione politica, la quale si manifesta platealmente nell'incipit, ambientato alla fine degli anni '80, attraverso funerei stendardi che sembrano simulacri pagani di ideologie giunte al capolinea, per poi lasciare il posto a volti, gesti ed emozioni personali. Un'opera che mantiene sempre la giusta distanza dalla materia trattata e che si regge con consapevolezza sulle spalle di un monumentale Pierfrancesco Favino, attore di razza che dà sfoggio di una capacità interpretativa propria solo dei più grandi interpreti italiani di sempre. Non tutto il reparto degli attori è a fuoco ma, al netto di un casting discutibile, è evidente in sede di sceneggiatura l'attenzione riservata anche ai personaggi secondari. In particolare, sono da citare la figlia, nella realtà Stefania ma qui Anita come omaggio a Garibaldi (più volte citato nel film e totem personale di Craxi), e la moglie, presenza silente davanti alla TV, immersa nei western di Anthony Mann e nelle prigioni dell'anima dei mélo di Douglas Sirk, che si rifiuta di rapportarsi al mondo circostante. Ottimo il reparto tecnico: fotografia di Luan Amelio Ujkaj (figlio del regista), musiche di Nicola Piovani, scenografie di Giancarlo Basili e costumi di Maurizio Millenotti. Menzione speciale per il trucco Andrea Leanza. Ultima apparizione sul grande schermo per Omero Antonutti (1935-2019).
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