“Tequila” Yuen (Chow Yun-Fat), poliziotto impulsivo e dai metodi spicci, vuole vendicare la morte di un collega ucciso dallo spietato gangster Johnny Wong (Anthony Wong). Il suo destino si incontra con quello di Alan (Tony Leung Chiu Wai), raffinato e imperscrutabile malavitoso che entra al soldo di Wong ma nasconde una doppia identità. L'ultimo film girato da John Woo a Hong Kong prima del suo trasferimento a Hollywood segna un ritorno al poliziesco duro e crudo dopo la parentesi action-comedy di Once a Thief (1991). Certamente inferiore e meno lirico rispetto ai magnifici The Killer (1989) e Bullet in the Head (1990), Hard Boiled conferma comunque il talento visivo di un regista che ha adattato abilmente alla sensibilità orientale la lezione di Sam Peckinpah e Sergio Leone. Il tema centrale è l'amicizia maschile, virata in un incontro-scontro tra due personalità eroiche e magnetiche: l'iconico Chow Yun-Fat è la star definitiva del noir asiatico, mentre Tony Leung sembra uscito da un'opera di Michael Mann. La grana è grossa, le ingenuità sono tante, ma la sostanza è notevole: Woo gira le numerose sparatorie come fantasmagoriche sinfonie di sangue e proiettili che lasciano a bocca aperta. Basti notare che una di queste è racchiusa in un movimentato piano-sequenza di 2 minuti e 50 secondi, una durata impensabile per qualsiasi pellicola d'azione. Peccato per qualche passaggio a vuoto, ma al termine si rimane comunque soddisfatti. Molte linee narrative (e almeno una scena) sono riprese nel cult Infernal Affairs di Andrew Lau e Alan Mak (2002). Woo appare in un piccolo cameo.