Hardcore
Hardcore
1979
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
109 min.
Formato
Colore
Regista
Paul Schrader
Attori
George C. Scott
Peter Boyle
Season Hubley
Dick Sargent
Leonard Gaines
Ilah Davis
Imprenditore calvinista del Michigan, Jake Van Dorn (George C. Scott), separato dalla moglie, vive con la figlia adolescente Kristen (Ilah Davis). Quando la ragazza fa perdere le sue tracce in California, dove si era recata per un convegno religioso, Jake si vede costretto a mettersi sulle sue tracce. Si ritroverà catapultato nel sordido mondo dei film porno, in cui Kirsten sembra essere stata risucchiata.
«È difficile comprendere le vie del Signore». Calato in un'atmosfera sommessa, aderente ai tratti tipici della New Hollywood, il secondo lungometraggio di Paul Schrader è una discesa agli inferi che diventa spaccato sociologico sulla fine della moralità, la mercificazione del corpo, il potere deviato del denaro e l'orgoglio ferito. Il paesaggio innevato del Midwest nel prologo immerge lo spettatore nell'ovattata tradizione culturale a stelle e strisce, pronta a essere scoperchiata minandone le fondamenta. Un ritratto lucido e amarissimo che contrappone esigenze carnali e spirito, colpa e redenzione, rigidità dei precetti religiosi e libertà individuale, predestinazione e salvezza. Dietro alla convenzione dei gesti e del bigottismo di una provincia a stelle e strisce costretta a guardarsi allo specchio come il protagonista prima di partire per andare a recuperare sua figlia, si nasconde l'anima più tenebrosa (ma autentica) di un american dream torvo e chiaroscurale. Lo squallore degli ambienti rifiuta ogni volgarità gratuita e la disperazione deforma l'immagine scintillante di un Paese che finge di non sapere. Il ritmo disteso permette a Schrader (autore anche della sceneggiatura) di andare in profondità nella minuziosa descrizione di un mondo in cui speranza, fede e carità si perdono nei meandri della depravazione. Straordinario George C. Scott. Eccezionali la fotografia di Michael Chapman e le musiche di Jack Nitzsche. Presentato in concorso al Festival di Berlino.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare