Tunisia. Hedi (Majd Mastoura), giovane addetto alle vendite per una nota casa automobilistica, sta per unirsi in un matrimonio con una bella conterranea per volere della famiglia. Sempre più frustrato dalla mancanza di libertà, vede una svolta nella sua vita quando, a due giorni dalle nozze, si imbatte nell'animatrice Rym (Rym Ben Messaoud) durante un viaggio di lavoro... Racconto dal tocco spontaneo e vitale, il film è una parabola umana calata nel contesto socio-culturale nordafricano contemporaneo, che si concentra sulla figura del protagonista per parlare di un disagio e di un malessere diffusi. Hedi diventa lo specchio di una gioventù che non sa cosa fare della propria vita, intenzionata a emanciparsi pur non avendo la forza di lasciare del tutto i propri affetti e di assumersi le proprie responsabilità per costruirsi un solido futuro. Tutta la vicenda ruota attorno alla paura di sentirsi liberi, in un contesto in cui la volontà di affermarsi come individui si scontra con rigide convenzioni che sembrano appartenere a codici passati del tutto anacronistici. Lo svolgimento narrativo non riserva la minima sorpresa e il gioco dei sentimenti si fa tanto impalpabile quanto prevedibile, ma il confronto/scontro sulla spiaggia tra il protagonista, sempre più intenzionato a sentirsi "vivo", e la madre, umanissima ma chiusa mentalmente, ha una forza emotiva non trascurabile. I personaggi hanno un'apprezzabile autenticità di fondo, ma la storia rimane un esile pretesto per condurre un discorso affrontato innumerevoli volte in altre pellicole. Funzionale il finale aperto, veicolo di una incertezza che fatica ad assumere i contorni di un'immagine di speranza. Presentato in concorso al 66° Festival di Berlino, dove ha vinto il premio per la miglior opera prima e Majd Mastoura quello come miglior attore.