Lo Hobbit – La desolazione di Smaug
The Hobbit: The Desolation of Smaug
2013
Paesi
Usa, Nuova Zelanda
Generi
Fantasy, Avventura
Durata
161 min.
Formato
Colore
Regista
Peter Jackson
Attori
Martin Freeman
Ian McKellen
Richard Armitage
Ken Stott
Graham McTavish
Aidan Turner
Dean O'Gorman
Mark Hadlow
Jed Brophy
Adam Brown
John Cullen
Peter Hambleton
James Nesbitt
William Kircher
Stephen Hunter
Luke Evans
Orlando Bloom
Evangeline Lilly
Benedict Cumberbatch
Sylvester McCoy
Lee Pace
Manu Bennett
Stephen Fry
Lawrence Makoare
Cate Blanchett
Mikael Persbrandt
Continua il viaggio verso la caverna del drago Smaug, dove Bilbo (Martin Freeman) e i nani capitanati da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) dovrebbero rubare l'Arkengemma grazie ai quali verrebbero riuniti i 7 regni dei nani. Ma mentre Gandalf (Ian McKellen) assiste alla nascita di un nuovo e corrotto pericolo, i nani hanno più incontri tumultuosi, prima con gli elfi e poi con Bard l'Arciere (Luke Evans) e le autorità di Pontelagolungo, la città più vicina alla caverna di Smaug.

Tutte le lacune sapientemente evitate nel primo film della seconda trilogia tolkieniana di Peter Jackson sono presenti in questa seconda pellicola. Seppur forte di un abbrivio suggestivo e di una cura non trascurabile nei cromatismi dell'apparato visivo (l'incontro con Smaug su tutti), Lo Hobbit – La desolazione di Smaug mostra una Terra di Mezzo scarna di colori e di fascino magico, una galleria di personaggi sempre meno vicina alla logica dell'epica di Tolkien e sempre più assimilabile all'estetica da fumetto di supereroi dalla battuta facile. Molteplici tempi morti, soprattutto nella parte dedicata agli elfi, infiocchettata con il personaggio di Tauriel, interpretata da Evangeline Lilly, star della serie TV Lost (2004-2010), inventato apposta per il film e di cui si farebbe volentieri a meno. Non mancano le sequenze notevoli e spettacolari (lo scontro lungo il fiume in particolare), ma Jackson si è preso troppo sul serio, rinunciando a quella goliardia che era uno dei punti di forza del capitolo precedente. Tre nomination tecniche agli Oscar e nulla più.
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