Peter Banning (Robin Williams) è un rampante avvocato americano, perennemente al cellulare e lontano dai suoi figli. Quando durante un soggiorno a Londra i suoi bambini vengono rapiti da un misterioso nemico, cominciano a riaffiorare in lui tracce di un sorprendente passato dimenticato.

L'incontro tra il cinema di Steven Spielberg e Peter Pan sembrava nell'aria sin dai tempi di E.T. – L'extraterrestre (1982). Per un cineasta che ha fatto dello sguardo incantato dei più piccoli il cardine della sua poetica, il personaggio uscito dalla penna di James Barrie non poteva non rappresentare un riferimento centrale. Curiosamente però, in questo pastiche fantastico un po' dispersivo e affastellato, non è il personaggio di Peter Pan a rimanere di più nel cuore degli spettatori: vero centro del film, a partire dal titolo, è il suo acerrimo nemico Hook, interpretato da un magnifico Dustin Hoffman in parrucca, tra i villain più iconici degli anni ‘90. Gli fa egregiamente da spalla comica un grande Bob Hoskins nei panni del mozzo Spugna. Di maniera, invece, la prova di Robin Williams, mentre Julia Roberts (reduce dal successo di Pretty Woman, 1990) risulta del tutto inadeguata nel ruolo di Campanellino. Tra lungaggini zuccherose, cali di ritmo e un debordante apparato visivo barocco alla Terry Gilliam (ma privo della sua genialità), il film si trascina senza grandi guizzi, convincendo soltanto a tratti.