The Host
Gwoemul
2006
Paese
Corea del Sud
Generi
Azione, Horror, Fantascienza
Durata
119 min.
Formato
Colore
Regista
Bong Joon-ho
Attori
Song Kang-ho
Byeon Hie-bong
Ko A-sung
Bae Doo-na
Un mostro marino prende vita dalle acque del fiume Han, che bagna Seul, forse a causa di un'immissione di materiali tossici avvenuta tempo addietro per mano di uno scienziato americano intento a cimentarsi con i propri esperimenti. Non mancherà di seminare quanto più terrore possibile.
Il terzo lungometraggio di Bong Joon-ho è un disaster movie di enorme impatto e dalla confezione assai curata, che esalta le potenzialità del genere attraverso una messa in scena efficacissima, in grado come pochi altri esperimenti analoghi di coniugare spettacolarità e densità tematica, immedesimazione dello spettatore e tensione vibrante. La prima parte, anziché affidarsi subito alla carneficina inarrestabile del mostro come sentiero da battere senza pensarci due volte, si avvale dell'attesa come motore massimo dello stupore cinematografico, soffermandosi sulle psicologie, sulla famiglia protagonista, sui rapporti tra i personaggi e ciò che inevitabilmente muta e si riconfigura con l'insorgere di un pericolo così immane: un lusso, per un'operazione di questo tipo, che però premia non poco il film di Bong, che quando decide di giocarsi gli assi nella manica più roboanti ha accumulato talmente tante premesse esplosive da generare facilmente un cortocircuito di adrenalina e sorpresa continua, in cui tutto, dalla narrazione generale alle singole situazioni, si riformula continuamente. La tradizione orientale (e non solo) dei film con protagonisti mostri giganti è florida e assai corposa in termini quantitativi, ma il regista sudcoreano non pare per niente intimorito dal background che ha alle spalle e affronta il genere con la giusta dose di autarchia e sfrontatezza, senza dimenticare una (non troppo sottile) traccia politica antiamericana. Gli effetti speciali della neozelandese Weta sono chiaramente un valore aggiunto che ha molto influito sul successo del film e sulla sua mirabile resa estetica. Notevole il finale di ascendenza simbolica.
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