Per consentire alla flotta, bloccata dal maltempo, di salpare verso Troia, il re Agamennone (Kostas Kazakos) decide di sacrificare la figlioletta Ifigenia (Tatiana Papamoschou) alla dea Artemide. Terzo e ultimo capitolo della trilogia euripidea di Cacoyannis (preceduto da Elettra del 1962 e Le troiane del 1971), Ifigenia racconta le vicende contenute nella tragedia Ifigenia in Aulide che vedono la ragazzina salvata all'ultimo momento dalla dea e trasportata in Tauride, oggetto di un secondo testo. Fin troppo esplicita la metafora, contenuta anche nella tragedia originale, che rappresenta l'ingordigia del potere, capace anche di soffocare gli istinti paterni pur di permettere ai divorati dall'ambizione di raggiungere i propri scopi. Difficile rendere cinematografica una materia tanto statica e legata alle dinamiche del palcoscenico, eppure il regista riesce nell'impresa di strutturare un'azione coinvolgente, rimaneggiando il materiale di partenza quel tanto che basta per adattarlo al nuovo medium. Prolisso, ma piuttosto efficace. Grandi performance del cast, scenografie e costumi filologicamente corretti e di grande impatto e belle musiche di Mikis Theodorakis. Nomination all'Oscar per il miglior film straniero. Presentato in concorso al Festival di Cannes.