Il caftano blu
Le bleu du caftan
2022
Paesi
Francia, Marocco, Belgio, Danimarca
Genere
Drammatico
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Maryam Touzani
Attori
Lubna Azabal
Saleh Bakri
Ayoub Messioui
Halim (Saleh Bakri) e Mina (Lubna Azabal) gestiscono un negozio di caftani tradizionali in una delle medine più antiche del Marocco. Per stare al passo con le richieste dei clienti più esigenti, assumono Youssef (Ayoub Messioui). Il talentuoso apprendista mostra la massima dedizione nell’imparare l’arte del ricamo e della sartoria da Halim, mentre Mina si rende presto conto di quanto il marito sia turbato dalla presenza del giovane.
Tratta temi complicati in maniera semplice, Il caftano blu, un film “tattile”, in cui sembra di poter toccare i tessuti grazie alle costanti riprese sui dettagli dei vestiti e dell’arte della sartoria scelte dalla regista Maryam Touzani per questo suo secondo lungometraggio. A colpire è soprattutto la delicatezza generale con cui l’autrice parla di molteplici argomenti (dal ruolo della donna nella società marocchina al tema dell’omosessualità maschile, passando per la ritualità del lavoro e dei riti funebri e arrivando fino alla malattia), riuscendo a scuotere senza mai gridare le sue ragioni. Poteva essere un film urlato ed esasperato e invece a Il caftano blu bastano degli sguardi e pochi particolari per poter rivelare tutte le sfaccettature psicologiche dei suoi personaggi. Tutto è sussurrato e sono rari i momenti poco riusciti (la sequenza in cui il ragazzo si espone completamente al suo maestro) lungo una narrazione capace di coinvolgere. Il finale è un po’ prevedibile, forse, ma è comunque incisivo e può dare adito a ulteriori spunti di riflessione sul rapporto tra moglie e marito. Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes 2022, dove ha vinto il premio FIPRESCI.
Tratta temi complicati in maniera semplice, Il caftano blu, un film “tattile”, in cui sembra di poter toccare i tessuti grazie alle costanti riprese sui dettagli dei vestiti e dell’arte della sartoria scelte dalla regista Maryam Touzani per questo suo secondo lungometraggio. A colpire è soprattutto la delicatezza generale con cui l’autrice parla di molteplici argomenti (dal ruolo della donna nella società marocchina al tema dell’omosessualità maschile, passando per la ritualità del lavoro e dei riti funebri e arrivando fino alla malattia), riuscendo a scuotere senza mai gridare le sue ragioni. Poteva essere un film urlato ed esasperato e invece a Il caftano blu bastano degli sguardi e pochi particolari per poter rivelare tutte le sfaccettature psicologiche dei suoi personaggi. Tutto è sussurrato e sono rari i momenti poco riusciti (la sequenza in cui il ragazzo si espone completamente al suo maestro) lungo una narrazione capace di coinvolgere. Il finale è un po’ prevedibile, forse, ma è comunque incisivo e può dare adito a ulteriori spunti di riflessione sul rapporto tra moglie e marito. Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes 2022, dove ha vinto il premio FIPRESCI.
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