Quattro giovani studentesse delle scuole superiori formano una congrega di streghe. Grazie alle loro capacità, le ragazze riescono a ottenere tutto ciò che vogliono, ma avere un grande potere, a volte, può rivelarsi fatale.
Il rito delle streghe è un teen-movie con venature horror, lettura in chiave contemporanea di quello che fu quel Giovani Streghe anni ’90. Diretto dalla statunitense Zoe Lister-Jones, attrice ma anche sceneggiatrice e produttrice qui alla sua seconda volta dietro la cinepresa. Il rito delle streghe diviene ben presto una sorta di Giovani streghe nell’era di Tik Tok e dei social che battono il tempo della vita giorno e notte. Giovani generazioni crescono, prendono coscienza di se stesse tra capacità e limiti e (forse) riescono a far tesoro di traumatizzanti esperienze guardando al domani con atteggiamento più propositivo. Più che farsi convincere, qui c’è da lasciarsi andare facendosi trasportare dagli eventi. Non ci si annoia ma nemmeno entusiasma un’avventura molto bilanciata e più preoccupata a catalizzare l’attenzione dei giovani di oggi che non a portare in scena eccessi tra magia nera, sabba e riti satanici. Peccato, perché nel cast c’è la presenza convincente del sempre bravo David Duchovny (serie X- Files e Californication), salvo poi ritrovarsi con un personaggio tanto cattivo e spietato quanto sottomesso a uno script che giunti al dunque non mantiene promessa di maggiore sostanza. Tra forzature e riletture del successo del 1996 si arriva comunque ai titoli di coda, meno irritati se quel film di successo di 25 anni fa non lo si fosse proprio visto, dimentichi anche della factory horror Blumhouse, da sempre marchio di fabbrica di ben altre (viscerali) paure.