Il robot ROZZUM 7134, abbreviato "Roz", dopo un naufragio si ritrova su un'isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con altri animali e adottando un'ochetta orfana.

Tratto dal primo di tre libri per l'infanzia curati da Peter Brown, Il robot selvaggio è un solido progetto di animazione mainstream, capace di trovare un equilibrio perfetto tra risate e lacrime, tematiche spinose (il bullismo, l'ambientazione, l'identità di genere, la disabilità) e sequenze d'azione invidiabili, senza dimenticarsi dei buoni sentimenti e della giusta dose di retorica cinematografica che tanto piace a genitori e insegnanti. Il film diretto da Chris Sanders si appresta quindi a diventare un classico contemporaneo anche se, a differenze delle gemme partorite in carriera dal regista (I Croods e soprattutto Dragon Trainer) non riesce a nascondere il suo lato più prevedibile e calcolato, quasi come se il tutto fosse frutto di un freddo e spietato calcolo algoritmico pensato esclusivamente per trovare il consenso delle masse. Non che sia un male, soprattutto se pensiamo che al centro della storia vi è un robot programmato per seguire delle regole ben precise, appunto. Tuttavia un po' di amaro in bocca rimane, anche perché i momenti migliori sono indubbiamente quelli in cui è l'istinto irrazionale a prendere il sopravvento, scaldando i cuori e toccando le corde emotive più sensibili. Il risultato è comunque buono, ma un pizzico di originalità e di coraggio in più non avrebbero guastato.