L'imperatrice Yang Kwei-fei
Yōkihi
1955
Paesi
Giappone, Hong Kong
Generi
Drammatico, Storico, Sentimentale
Durata
89 min.
Formato
Colore
Regista
Kenji Mizoguchi
Attori
Machiko Kyō
Masayuki Mori
Sō Yamamura
Eitarō Shindō
Eitarō Ozawa
Haruko Sugimura
Cina, VIII secolo. Una sguattera (Machiko Kyō) somiglia incredibilmente alla defunta moglie dell'imperatore: quest'ultimo (Masayuki Mori) la porta a palazzo e la prende in moglie. La sua vita cambierà improvvisamente e persino il suo verrà modificato in Yang Kwei-fei. Ispirato a una nota poesia cinese dell'epoca T'ang, un film che racchiude molte delle tematiche predilette da Kenji Mizoguchi: in primis, il servilismo a cui è costretta la figura femminile e un evento che farà cambiare totalmente l'esistenza del personaggio principale. C'è però una grossa differenza rispetto alle precedenti pellicole del regista: è il suo primo lavoro a colori (il secondo e ultimo, girato nello stesso anno, è La nuova storia del clan Taira con cui ha più di un punto in comune) seppur sembri che Mizoguchi li utilizzi da una vita. Fluido nei movimenti di macchina e nel montaggio, il film si concentra su una serie di intrighi di palazzo – da una cospirazione di corte alla ribellione del popolo – che vedono vittima la nuova imperatrice. È però una sceneggiatura meno coinvolgente rispetto a quelle messe solitamente in scena da Mizoguchi e il ritmo ne risente, soprattutto nella parte centrale. Nonostante tali limiti (rarissimi nella carriera del regista) i guizzi non mancano, a partire dalle prime battute e dalla splendida scena dell'impiccagione. Notevole prova di Machiko Kyō, che Mizoguchi aveva già diretto nel suo capolavoro assoluto I racconti della luna pallida d'agosto (1953).
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