Star Wars: Episodio V – L'Impero colpisce ancora
Star Wars: Episode V – The Empire Strikes Back
1980
Disney+
Paese
Usa
Genere
Fantascienza
Durata
124 min.
Formato
Colore
Regista
Irvin Kershner
Attori
Mark Hamill
Harrison Ford
Carrie Fisher
Billy Dee Williams
Frank Oz
Anthony Daniels
Kenny Baker
Peter Mayhew
David Prowse
Alec Guinness
James Earl Jones
Dopo uno scontro con le truppe dell'Impero, l'Alleanza Ribelle è costretta alla fuga. Mentre Luke (Mark Hamill) parte per Dagobah per completare il suo addestramento Jedi, Han Solo (Harrison Ford) e Leia (Carrie Fisher) cercano rifugio da Lando Carlissian (Billy Dee Williams). In duello con l'odiato Darth Vader (David Prowse), Luke scoprirà un'atroce verità.
Tre anni dopo l'uscita di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (1977), è chiaro come quello che all'inizio pareva un progetto rischioso si sia trasformato in uno dei successi commerciali più grandi di tutti i tempi. La saga, che conta già su un ricco merchandising e su milioni di fan, può così continuare con questo episodio numero V (com'è noto, i primi tre saranno girati solo vent'anni dopo): Lucas, pur restando soggettista, produttore ed eminenza grigia in ogni fase della lavorazione, delega alla regia l'amico Irvin Kershner e alla sceneggiatura un giovane Lawrence Kasdan, che riscrive la stesura iniziale di Leigh Brackett. Nonostante sia stato il predecessore a sovvertire irreversibilmente il genere fantascienza e a segnare uno spartiacque nella storia del cinema americano, qui l'approfondimento psicologico dei personaggi, l'introduzione dell'icona Yoda (manovrato e doppiato da Frank Oz), i dialoghi in stile screwball comedy tra Han e Leia e i risvolti ambigui ed edipici che danno un tocco più “nero” alla queste di Luke rendono questo film non meno grandioso del capostipite. E non meno mitico: per coglierne lo splendore, bastano la tante sequenze cult (la battaglia tra i ghiacci di Hoth con i “camminatori” imperiali mossi in stop motion, Han Solo intrappolato nella grafite), la presenza, per la prima volta, della memorabile Imperial March in colonna sonora e, soprattutto, il citatissimo coup de théâtre finale, che svela la vera identità di Darth Vader e che all'epoca mandò i fan in visibilio. Per i nostalgici della vecchia classificazione, è conosciuto come L'Impero colpisce ancora.
Tre anni dopo l'uscita di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (1977), è chiaro come quello che all'inizio pareva un progetto rischioso si sia trasformato in uno dei successi commerciali più grandi di tutti i tempi. La saga, che conta già su un ricco merchandising e su milioni di fan, può così continuare con questo episodio numero V (com'è noto, i primi tre saranno girati solo vent'anni dopo): Lucas, pur restando soggettista, produttore ed eminenza grigia in ogni fase della lavorazione, delega alla regia l'amico Irvin Kershner e alla sceneggiatura un giovane Lawrence Kasdan, che riscrive la stesura iniziale di Leigh Brackett. Nonostante sia stato il predecessore a sovvertire irreversibilmente il genere fantascienza e a segnare uno spartiacque nella storia del cinema americano, qui l'approfondimento psicologico dei personaggi, l'introduzione dell'icona Yoda (manovrato e doppiato da Frank Oz), i dialoghi in stile screwball comedy tra Han e Leia e i risvolti ambigui ed edipici che danno un tocco più “nero” alla queste di Luke rendono questo film non meno grandioso del capostipite. E non meno mitico: per coglierne lo splendore, bastano la tante sequenze cult (la battaglia tra i ghiacci di Hoth con i “camminatori” imperiali mossi in stop motion, Han Solo intrappolato nella grafite), la presenza, per la prima volta, della memorabile Imperial March in colonna sonora e, soprattutto, il citatissimo coup de théâtre finale, che svela la vera identità di Darth Vader e che all'epoca mandò i fan in visibilio. Per i nostalgici della vecchia classificazione, è conosciuto come L'Impero colpisce ancora.
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