Texas. Un ragazzo di tredici anni, di nome Nicholas, scompare nel nulla. Qualche anno dopo viene ritrovato in Europa. Ma sarà davvero lui? Uno dei documentari più impressionanti del nuovo millennio. Bart Layton, al suo esordio per il grande schermo dopo una carriera passata in televisione, costruisce un prodotto ibrido che unisce interviste, materiali di repertorio e ricostruzioni con attori veri e propri. La storia è tremendamente inquietante: un uomo si finge quello che non è, forse alla ricerca di quella (reale?) identità che non gli è mai appartenuta. La famiglia texana però ci casca e nega l'evidenza: è una forma di difesa per evitare il trauma della perdita di una persona cara oppure c'è sotto qualcosa di più? Layton gioca magistralmente con le aspettative dello spettatore, muovendosi sul sottile confine tra realtà e finzione. Più che un documentario, un thriller angosciante pieno di colpi di scena capaci di far sobbalzare sulla poltrona. Imprescindibile per capire cosa si nasconda dietro il lato più oscuro delle grandi facciate delle ville della borghesia americana, è anche una complessa disamina della psiche umana e di quali abissi possa raggiungere. Spiazzante e capace di scombinare ogni nostra certezza, dentro e fuori dalla finzione cinematografica. Vincitore di un Bafta per la migliore opera prima.