Un timido funzionario di banca (Alec McCowen) conosce la bizzarra ed eccentrica zia Augusta (Maggie Smith) ai funerali di sua madre. Augusta gli rivela che la defunta non era la sua vera genitrice, e lo trascina, intanto, in una serie di rocambolesche avventure in giro per il mondo. Ispirato al romanzo del 1969 di Graham Green, è uno dei titoli migliori dell'americano George Cukor: una commedia raffinata ma anche parecchio spassosa, che sguazza nell'elegante formalismo del suo autore e, contestualmente, strizza l'occhio a parentesi davvero esilaranti. Cukor modula con abilità i toni del racconto da viaggio e li amalgama bene alle intelaiature che legano i due personaggi principali, vicini e inadeguati in un mondo che li comprende solo a tratti. Scenografie meravigliose, una robusta sceneggiatura (firmata Jay Presson Allen e Hugh Wheeler) e una compiaciuta gradevolezza di fondo, a cui si aggiunge la grandiosa performance di una Maggie Smith in stato di grazia. Oscar ai costumi di Anthony Powell, e candidature per la Smith, le scenografie (di John Box, Gill Parrondo e Robert W. Lang) e la fotografia di Douglas Slocombe.