Dietro la rispettabile facciata di banchiere, il temibile Haghi (Rudolf Klein-Rogge) nasconde l'identità di estorsore, trafficante e spia. Irretisce la giovane Sonya Baranilikowa (Gerda Maurus) e la convince a circuire l'agente Donald Tremaine (Willy Fritsch), che è sulle sue tracce. Imprevisti in agguato. Reduce dal maestoso e straordinario Metropolis (1927), Fritz Lang adatta il romanzo Spione, scritto dalla consorte Thea von Harbou, confezionando un thriller che molto deve a Il dottor Mabuse (1922), dal quale riprende anche il protagonista Rudolf Klein-Rogge. Un intreccio fitto e complicatissimo, ai limiti dell'incomprensibilità, per una pellicola basata su stravolgimenti e continui colpi di scena: il meccanismo, nonostante la confusione imperante, potrebbe anche coinvolgere, ma i riferimenti a una Germania sull'orlo del collasso politico e sociale appaiono pretestuosi e le caratterizzazioni risultano di una superficialità disarmante. Un'operazione quasi didascalica nel mettere incessantemente in scena enfatici momenti d'azione; l'ambientazione, in ogni caso, riflette la stupefacente vena espressionista di Lang e il personaggio di Haghi (nelle vesti del suo alter ego, il clown Nemo) regala una memorabile sequenza conclusiva. Gerda Maurus e Willy Fritsch torneranno a collaborare con il regista in Una donna nella luna (1929).