Viola e Dasy (Marianna e Angela Fontana) sono due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e, grazie alle loro esibizioni, danno da vivere a tutta la famiglia. Le cose vanno bene, ma tutto cambierà quando scopriranno di potersi dividere.

A due anni di distanza dal precedente Perez. (2014), Edoardo De Angelis abbandona le tinte noir per dedicarsi a un dramma familiare intenso e stimolante, seppur non sempre all'altezza degli obiettivi. L'unione forzata delle due ragazze serve al regista per ragionare in maniera metaforica sul valore del sacrificio e della sofferenza: in un'Italia dilaniata dalla povertà e da una società che sembra aver smarrito qualsiasi guida morale, privarsi di chi ci sta accanto per provare a trovare la propria strada presuppone un'abbondante dose di coraggio e di determinazione, qualità che le due gemelle dimostreranno di possedere. Non a caso, la caratterizzazione di Viola e Dasy è l'elemento più riuscito del film, che riesce a incidere sinceramente e mai superficialmente quando a dominare la scena sono le ragazze. Tuttavia De Angelis si lascia prendere un po' la mano e perde il controllo sulla materia in una seconda parte prolissa e fuori misura (la sequenza della barca, in particolare), in cui i personaggi di contorno finiscono per incarnare in maniera stereotipata concetti interessanti ma abbozzati e schematici (il distacco della religione nutrito dal prete, la bramosia della famiglia rappresentata dal padre). Buona l'interpretazione delle protagoniste, mentre il resto del cast risulta svogliato e poco in parte.